80 opere del pittore urbinate in cui spesso compaiono scorci della sua città natale, provenienti tra l’altro da Firenze e da Roma, saranno esposte dal 19 giugno al 6 ottobre nelle sale al piano terra della galleria.
Cresce l’attesa per la prima grande mostra che Urbino dedicherà al genio di Federico Barocci: dalla Galleria Nazionale trapelano alcuni dettagli sulle principali opere che giungeranno in prestito a Urbino. Uno dei quadri che trasmette più dolcezza e grazia proviene da Palazzo Pitti, a Firenze: si tratta della cosiddetta ‘Madonna della gatta’. Commissionata dal duca Francesco Maria II della Rovere, mostra la sacra famiglia con Gesù insolitamente nella culla e, sulla destra, la famiglia di san Giovannino.
Dettagli. Le due famiglie sono raccordate al centro da una gatta accovacciata sulla veste della Madonna che allatta un cucciolo. L’ambiente domestico e intimo, lascia spazio sullo sfondo ad una finestra dalla quale si scorgono gli inconfondibili torricini. Un dettaglio amatissimo dal Barocci, che lo inserisce in tante opere. La prima sala della mostra infatti è dedicata al rapporto di Barocci con Urbino, preceduto da alcuni autoritratti e dai ritratti dei membri rovereschi più importanti. La Madonna della Gatta, trasferita a Firenze con l’estinzione del ducato urbinate, ritorna così in città, tra l’altro dopo una attenta pulitura e un consolidamento della pellicola pittorica così che l’opera apparirà ai visitatori appena restaurata, nella sua veste migliore.
Pale. Ma i grandi ritorni non sono solo da Firenze: provengono da Roma tre grandi pale d’altare che per la prima volta, a oltre quattro secoli dal momento in cui lasciarono la bottega dell’artista, rivedranno la città ducale. Si tratta della Visitazione, della Presentazione al Tempio (entrambe da S. Maria in Vallicella) e dell’Istituzione dell’Eucarestia (da Santa Maria sopra Minerva). Riunite per la prima volta insieme, i tre maestosi quadri segnano il passaggio dal manierismo ai primordi dell’età barocca. <In occasione della mostra – spiegano i curatori Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari – la Galleria Nazionale delle Marche ha promosso e finanziato il restauro della Visitazione e della Presentazione al Tempio, curato da Fabiola Jatta e Laura Cibrario. Sono così riemerse le straordinarie cromie originali dei due dipinti, permettendo al pubblico di apprezzare la finezza delle luci, le espressioni dei personaggi e degli animali, e i sofisticati accostamenti tra tinte fredde e calde, tipici della pittura di Barocci. Il committente della Visitazione è nientemeno che il futuro santo Filippo Neri, grande estimatore dell’opera di Barocci, e il quadro piacque talmente che le fonti tramandano che il santo andasse in estasi contemplando l’opera>.
Mecenati. Tra coloro che rimasero colpiti dai due quadri vi fu anche papa Clemente VIII, che alla fine del 1603 commissionò a Barocci, ormai in età avanzata, la grande Istituzione dell’Eucarestia per la cappella di famiglia in corso di erezione dentro la chiesa romana di Santa Maria sopra Minerva. Barocci, complice la fama internazionale acquisita in oltre mezzo secolo, riesce a convincere Clemente della propria visione realizzando, a dispetto del difficile formato verticale del dipinto, un capolavoro di teatralità e di rappresentazione di gesti e atteggiamenti. La mostra, che riunirà circa 80 opere di Barocci, sarà visitabile dal 19 giugno al 6 ottobre nelle sale al piano terra della galleria.