Domenica pomeriggio la basilica cattedrale di Urbino, gremita di fedeli e di autorità civili e militari, di rappresentanti delle Confraternite e dell’Ordine equestre dei Cavalieri del santo Sepolcro di Gerusalemme, ha fatto da cornice per l’ultimo umano saluto a mons. Francesco Marinelli, arcivescovo emerito di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado. Ha presieduto la liturgia funebre, resa ancor più solenne dalla presenza (come sempre qualificata) della Schola cantorum, mons. Sandro Salvucci, arcivescovo metropolita di Pesaro ed arcivescovo della nostra Arcidiocesi. Con lui mons. Andrea Andreozzi, vescovo di Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola, e mons. Piero Coccia, arcivescovo emerito di Pesaro, anch’egli di Ascoli Piceno, come mons. Francesco Marinelli. Ha concelebrato la quasi totalità del presbiterio diocesano, eloquente segno di comunione gerarchica e di fraternità presbiterale. Non possiamo dimenticare infine la presenza di quattro dei sette diaconi permanenti, tra i quali Luigi Fedrighelli, per 11 anni a servizio dell’arcivescovo Francesco come segretario arcivescovile, incarico che ha continuato a svolgere con mons. Tani (assente per motivi di salute) ed ora con mons. Sandro Salvucci.
Nel salutare i presenti (autorità, clero, religiosi e religiose, fedeli) l’Arcivescovo Sandro ha avuto un pensiero di speciale riconoscenza per suor Carolina e suor Josephina per ventitré anni instancabilmente e generosamente a servizio di mons. Marinelli, fino al suo ultimo respiro! Ci è grato – a questo punto – dare voce al desiderio delle suore di ringraziare il personale medico ed infermieristico degli ospedali di Sassocorvaro ed Urbino per la professionalità e lo spiccato calore umano dimostrati.
La liturgia della Parola della seconda domenica di Quaresima, nella quale campeggia l’episodio della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, alla presenza di Pietro, Giacomo e Giovanni, ha dato all’intera celebrazione un’intensa luminosità pasquale: «Il vescovo Francesco – ha sottolineato mons. Salvucci – ha attraversato il “deserto” della vita nella speranza di giungere alla santa montagna». Radicata fede eucaristica ed amore per il bello e la cultura hanno attraversato in filigrana tutta la vita di mons. Marinelli e proprio nella nostra Urbino «ha creduto nella via pulchritudinis – ha concluso l’Arcivescovo – adoperandosi per valorizzare il ricco patrimonio artistico». Grazie davvero, arcivescovo Francesco.