Lunedì 23 gennaio, al Santuario di San Giuseppe di Spicello, si è tenuta la solenne celebrazione eucaristica in occasione della festa dello Sposalizio della Vergine Maria e San Giuseppe, presieduta dal Vescovo Mons. Andrea Andreozzi alla presenza di numerosi sacerdoti e diaconi.
Durante la celebrazione gli sposi hanno anche rinnovato le promesse matrimoniali pregando insieme e offrendo le proprie famiglie al Buon Padre Dio.
San Giuseppe. “Il coraggio di San Giuseppe – ha detto il Vescovo nell’omelia – si unisce alla gioia di Maria per essere ricolmata dei doni di Dio. Maria si sente abbellita dalle attenzioni del Padre; una storia questa di benedizione e speranza che si riversa su tutti noi che ci rendiamo disponibili ad accogliere il suo progetto. San Giuseppe rappresenta il futuro, in lui possiamo sperare che il mondo ottenga pace, lui è l’uomo giusto capace di custodire la vita, dono e promessa di Dio. San Giuseppe ha promesso a Dio di portare avanti il suo sogno d’amore e oggi – ha proseguito Mons. Andreozzi rivolgendosi agli sposi – noi siamo qui in questo luogo come nei pressi di una sorgente facendo memoria del passato per gustare la fecondità del futuro”.
Spicello. Al termine della solenne celebrazione, alla presenza del delgato I.S.F. don Roberto Roveran, il Vescovo ha ufficialmente consegnato le chiavi del santuario al nuovo rettore don Mirco Ambrosini, (parroco di Orciano, Barchi, Vergineto e direttore dell’ufficio Diocesano di Pastorale della Salute) auspicando un’ampia collaborazione che parta dai sacerdoti dell’istituto Paolino (Gesù Sacerdote) allargandosi a tutta la Diocesi, facendo sì che Spicello diventi un luogo di spiritualità che ha nella famiglia Paolina un riferimento principale, un primo polmone, e nella Diocesi un secondo, certi che con due polmoni si possa respirare meglio e iniziare insieme questa avventura.
Don Mirco, nel ringraziare tutti i presenti per la vicinanza e l’accompagnamento, ha voluto ricordare come San Giuseppe sia vicino a coloro che dicono “Sì” a Dio.
Don Mirco. “Voglio fare memoria grata – ha detto il nuovo rettore ricordando don Cesare – di quanti mi hanno preceduto, testimoniando la gioia di seguire questo cammino, per chi mi ha preceduto nella transizione, Angiolo Farneti e sua moglie Marta, e per tutti i collaboratori e volontari che operano ogni giorno per rendere bello il santuario affinché sia una riserva di fede e santità. Mi piacerebbe che questo luogo sia un luogo di preghiera che possa darci forza e luce, un luogo che risponda all’urgenza di oggi, l’urgenza di Amore”.