Sabato 6 gennaio, ricorrenza dell’Epifania, le comunità di Cerasa e San Costanzo si sono riunite per celebrare insieme la solenne festa con la seconda parte del presepe vivente.
A causa del maltempo, la rappresentazione sacra è stata vissuta all’interno della chiesa parrocchiale di San Lorenzo martire a Cerasa. Dopo la Santa Messa celebrata dal parroco don Stefano Maltempi, i figuranti si sono disposti ai lati della chiesa e hanno accolto la natività con i canti del coro dei bambini.
I Re Magi. A seguire, è stato rappresentato l’arrivo dei Magi che quest’anno hanno voluto incarnare alcune figure che nella nostra società si fanno prossime agli ultimi: Caterina, volontaria della croce Rossa che ogni giorno si mette a servizio di malati e di persone in pericolo di vita, ha offerto al bambino Gesù la sua divisa; Vanessa, volontaria della Caritas parrocchiale che si mette in ascolto dei più poveri offrendo loro cibo e vestiti che ha presentato anche a Gesù bambino; padre Desirè, missionario burundese degli Apostoli del buon Pastore e della Regina del Cenacolo che con la sua comunità in Burundi aiuta il popolo dei pigmei e in Italia si fa carico di sostenere anziani ammalati e carcerati, ha offerto un oggetto tipico del suo paese, un tamburello e un cesto.
Offerte. Il presepe vivente si è concluso con la raccolta delle offerte dei bambini per la giornata mondiale della Santa infanzia e con l’offerta di alcuni doni fatti dai re magi a tutti i bambini presenti. Un gesto questo che ha voluto sottolineare come il dono non è solo un regalo bensì un gesto d’amore, una volontà di mettersi a servizio dell’altro dell’ultimo, del più povero, dell’emarginato che è presenza visibile del Dio fatto uomo in mezzo a noi.
Pianello di Cagli. Giovedì 28 dicembre, a Pianello di Cagli, le catechiste hanno proposto, per la prima volta, un piccolo presepe vivente con i bambini. Un presepe che ha coinvolto attivamente il pubblico partecipante, chiamato a scegliere uno dei personaggi presentati, a cui era stata abbinata una meditazione da portare a casa. Lo sfondo del borgo, l’impegno dei bambini e la partecipazione, hanno reso l’esperienza davvero emozionante.