È giusto cominciare con l’esprimere vivo apprezzamento per l’ interessante e coinvolgente volume dal titolo “Gaifa. La terra di nessuno”, a cura di Anna Fucili, stampato dalle Arti Grafiche Stibu di Urbania, presentato con larga partecipazione di pubblico nella chiesa di Santo Stefano Pieve di Gaifa, sopra Canavaccio di Urbino: un’opera davvero meritevole, di oltre 350 pagine. Mons.Tonti. Il volume – scrive nella presentazione mons. Davide Tonti – attraverso le approfondite esposizioni scientifiche, riesce a sostenere l’altissimo compito di svelare la resistenza della memoria alla caducità delle cose e all’incuria umana. Il lavoro degli studiosi che si sono offerti in questa avventura è segnato dal senso profondo della ricerca, che trova le sue motivazioni al di là delle radici di un territorio e di un popolo, dalla ragione stessa della vita>. Diversi studiosi hanno dato i loro competenti contributi alla realizzazione del libro. Anna Lia Ermeti, docente di Archeologia Medievale all’Università di Urbino, ha dedicato un capitolo a “Canavaccio. Il lungo percorso della storia”.
Gli autori. Anna Fucili, storica dell’arte, si è dedicata “Alla ricerca dell’ambito territoriale: premessa ai luoghi”. E precisamente: “La Pieve di S. Stefano di Gaifa sulle tracce dell’Abbazia di S. Angelo”; “La valle di Gaifa nel medio Metauro” (S. Barbara del Seminario, S. Eufemia, S.Marino, Canavaccio con Pomonte e Primicilio, Pieve di Gaifa, S.Cristoforo dei Valli, S.Bartolmeeo di Gaifa, Calmazzo, Pagino, Montepolo); “La torre Brombolona e la campana contesa tra i castelli di Primicilio e di Gaifa, un racconto, un mistero”. Segue la citazione di una importante serie di “Documenti”. Successivamente, Anna Fucili e Sara Bartolucci, storica dell’arte e insegnante di Storia dell’Arte nei Licei, presentano il capitolo dal titolo:”Riflessi d’arte: opere e maestri”.
Infine, Leonardo Gubellini, laureato in Scienze Biologiche nell’Università di Urbino e in Scienze Naturali in quella di Camerino, già attivo presso il Centro Ricerche Floristiche delle Marche, e Nicole Hofmann, laureata in Conservazione dei beni culturali, attiva presso lo stesso Centro Ricerche Floristiche delle Marche, chiudono il volume, scrivendo di “Flora e vegetazione”.
Passato-presente. Il libro è completato da un ricchissimo corredo di oltre 100 straordinarie immagini, anche su doppia pagina, di ogni genere: panorami, boschi, vegetazione, fiori, chiese, campanili e campane, dipinti, sculture; senza contare le venti pagine di una nutrita bibliografia. La lettura è piacevole, stimolante ed intrigante e ci fa entrare in un mondo lontano, eppur vicino, perché sono ancora molte le testimonianze visive e documentarie di un passato che è tuttora presente e va tramandato:<Nella memoria – scrive opportunamente mons. Tonti – sono serbati i grandi insegnamenti per la vita, il deposito delle idee, la percezione profonda di appartenere ad un territorio, ad una comunità, ad una storia, a degli ideali che fondano ed alimentano la nostra radice.