“Senza il lavoro non viene infatti a mancare solamente una fonte di reddito – peraltro importantissima – ma i giovani disoccupati ‘crescono senza dignità, perché non sono unti’ dal lavoro che è quello che dà la dignità. A ricordare le parole del Pontefice è la Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace della Cei, nel messaggio “Giovani e lavoro per nutrire la speranza”, per la Festa dei lavoratori, che cade il primo maggio. Per porre rimedio a questa crisi epocale, nello spirito del Cammino sinodale, i Vescovi italiani desiderano “condividere percorsi di vera dignità con tutti. Vorremmo che le comunità cristiane fossero sempre più luoghi di incontro e di ascolto, soprattutto dei giovani e delle loro aspirazioni, dei loro sogni, come anche delle difficoltà che essi si trovano ad affrontare”.
Queste le parole del Vescovo Armando, lunedì 1 maggio Festa di San Giuseppe Lavoratore, nella Santa Messa nella chiesa di Villa Bassa del Prelato.
Lavoro. Il Vescovo si è, poi, soffermato sulla comprensione cristiana del lavoro citando l’enciclica Gaudium et Spes n. 67. “Con il lavoro, l’uomo provvede abitualmente al sostentamento proprio e dei suoi familiari, comunica con gli altri, rende un servizio agli uomini suoi fratelli e può praticare una vera carità e collaborare attivamente al completamento della divina creazione. Ancor più: sappiamo per fede che l’uomo, offrendo a Dio il proprio lavoro, si associa all’opera stessa redentiva di Cristo, il quale ha conferito al lavoro una elevatissima dignità, lavorando con le proprie mani a Nazaret”. “Nel lavoro – ha sottolineato il Vescovo – l’uomo e la donna partecipano della forza creatrice di Dio. Non è che Dio abbia imposto all’esser umano un semplice dovere di lavorare. Il lavoro, piuttosto, ha in sé un altro valore. Il lavoro è in conformità con la situazione originaria dell’essere umano. Fa sì che il mondo raggiunga la perfezione. Non serve solamente al soddisfacimento di bisogni economici, ma anche all’umanizzazione dell’esistenza delle persone. Il lavoro è partecipazione dell’essere umano alla costruzione del mondo e contributo all’opera creatrice di Dio”.
Sfruttamento. Ha poi posto l’accento, citando la risposta di Francesco Riccardi del 10 giugno 2022 su Avvenire, sui lavoratori delle coop sfruttati e sulla logica del massimo ribasso. “Troppo spesso l’unico criterio considerato è quello di abbassare oltre ogni limite i costi per aumentare al massimo il margine di profitto, a scapito dei lavoratori e delle condizioni in cui operano…Quando a prevalere è il mero contenimento dei costi, le conseguenze sono: lavoratori sempre più precari, presto in crisi, servizi in progressivo peggioramento. Un enorme danno per i dipendenti e gli assistiti, ma in definitiva per tutta la comunità”.