Dal 3 al 18 dicembre prossimo, ad Urbino, nell’Oratorio San Giovanni, in via Barocci 31, sarà visitabile tutti i giorni, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, la Mostra sulla figura del Beato Rosario Livatino, organizzata dalla Confraternita di San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate, in collaborazione con il Centro culturale “E. Mounier” di Acqualagna.
Martirio. Durante l’anno, all’interno degli Oratori di San Giovanni e di San Giuseppe, vengono allestite alcune mostre di pittura, scultura, incisione. I confratelli curano anche iniziative dedicate alla comunicazione storico artistica degli illustri personaggi della suddetta via Barocci. Ora perché questa mostra sul giudice Rosario Livatino? La finalità è quella di approfondire e recuperare lo stretto rapporto tra vita, attività professionale e fede, come lui ha testimoniato. Le Confraternite già dal loro sorgere, intorno al XII secolo, avevano lo scopo di promuovere la vita cristiana, attraverso la pratica di opere di culto divino e di carità verso il prossimo, pratiche che proseguono ancora oggi. Proprio per non far cadere queste attività nell’oblio e per recuperare la dimensione spirituale, insieme ai confratelli abbiamo pensato a questa particolare rassegna di pannelli. La coerenza tra vita e fede, testimoniata dal martire Livatino, può essere di esempio e di aiuto ai confratelli, nella loro quotidiana attività di custodia, valorizzazione e promozione dei capolavori presenti negli Oratori. L’originalità e l’utilità della mostra è ben sintetizzata nelle parole di San Paolo VI: «L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta dei maestri lo fa perché sono dei testimoni».
Credibilità. Rosario Livatino è un testimone credibile perché il suo percorso è quello di un uomo ordinario che non si è reso protagonista di gesti o opere eccezionali, ma per la fede cristiana, ha vissuto la sua vita ordinaria, in modo straordinario. Di cosa ci è testimone? Di unità, quasi naturale, tra fede cristiana e attività di magistrato. La fede vissuta nel quotidiano connota la sua professione. Il lavoro all’Ufficio della Procura e del Tribunale, lo evidenziano con chiarezza. Un’altra caratteristica della sua vita è l’attenzione al particolare. La cura del dettaglio che osserva nel lavoro la trasferisce a tutti gli aspetti della vita: affetti, pratica religiosa, dinamiche familiari.
Allestimento. Si divide in 5 sezioni in cui si snodano la vita, il contesto storico, l’umanità, la professione e il martirio di Rosario Livatino, assassinato in “odium fidei”, come riconosciuto dalla causa di beatificazione, con la proclamazione a Beato, da parte di papa Francesco il 9 maggio 2021. Nella quinta sezione sono presenti due pannelli con le lettere di uno dei mandanti dell’agguato mafioso, e di uno degli esecutori materiali dell’omicidio che, pentiti, chiedono il suo perdono.
Sub Tutela Dei. È questa la sua divisa spirituale ed il suo programma di vita. Si tratta dell’affidamento al Signore di tutto quello che per il Beato Livatino ha senso: vita, famiglia, studio, lavoro. La sottomissione alla tutela del Padre per lui è garanzia di rifiuto della tutela di qualsiasi “padrino”. Al termine della presentazione della mostra, uno dei curatori, l’avv. Carlo Tremolada, presidente della Libera Associazione Forense di Milano, condurrà il pubblico ad una visita guidata.