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      Home » Appello di Abba Marcello ai pesaresi
      Pesaro

      Appello di Abba Marcello ai pesaresi

      RedazioneDi RedazioneNessun commento4 minuti di lettura
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      Intervista – DI ROBERTO MAZZOLI

      Breve parentesi pesarese per Abba Marcello Signoretti, il noto sacerdote di Candelara in missione da 26 anni a Soddo, in Etiopia, dove ha fondato la “Smiling Children Town” (Città dei Ragazzi Sorridenti), nata per togliere i ragazzini dalla strada. In tutti questi anni Abba Marcello ha aiutato la popolazione a costruire scuole, pozzi, case, villaggi, chiese… Ha dato assistenza ai malati, ai poveri, ai contadini … Fare l’elenco di tutte le opere di bene sarebbe davvero impossibile. Il prossimo 27 novembre Abba Marcello compirà 80 anni ma a crescere, oltre all’età, sono soprattutto gli impegni. Da circa un anno infatti il Vescovo di Soddo, Tzegaye Kenenj, ha dovuto lasciare il ministero episcopale a causa dell’età e della malattia. L’intera diocesi è stata quindi affidata ad Abba Marcello, decano dei trenta sacerdoti di Soddo, città che ormai ha superato i 100mila abitanti. «Oltre agli incarichi amministrativi e pastorali – spiega Marcello – il Vescovo mi ha consegnato anche la sua croce e la catena anche se io preferisco non portarla al collo».

      Abba Marcello, il prossimo 22 giugno tornerai in Africa. Come mai questo breve rientro in Italia?

      Dovevo venire a Pesaro nel novembre scorso ma con la guerra in corso in Etiopia avrei rischiato di non poter più tornare a Soddo. Sono rientrato in Italia per due motivi: un check-up della salute, e per incontrare i tanti benefattori che sostengono i progetti avviati in questi anni. In Etiopia stiamo vivendo un brutto periodo causato soprattutto dalla carestia. Non piove da tanto tempo e il bestiame sta morendo. Tutto ciò ha ridotto la popolazione alla fame e ha fatto aumentare i prezzi in maniera esagerata. Basti pensare che il costo del teff (il cereale che si usa per la farina del pane ndr) è raddoppiato. Inoltre la morìa di mucche e buoi costringe la gente a lavorare con la sola forza delle braccia.

      Come riesci a provvedere a tutto?

      Grazie ai benefattori. Le spese più onerose sono quelle sanitarie. Qui infatti gli ospedali accettano solo gli ammalati che hanno la possibilità di pagare ma quando finiscono i soldi la gente è costretta a tornare a casa e allora viene da me per poter proseguire le cure ospedaliere.

      Quali nuovi progetti stai seguendo oggi?

      Di recente ho acquistato tutto il materiale necessario per le cucine delle carceri di Soddo che ospitano oltre 2mila detenuti. Inoltre per loro siamo riusciti a ristrutturare tutti i bagni che erano in condizioni disumane. Poi stiamo realizzando un nostro liceo in preparazione all’università che coinvolgerà oltre mille tra ragazzi e ragazze. È lo stesso governo ad averci chiesto di sostenere giovani nell’istruzione. Ma costruiremo anche due dormitori con docce.

      Per chi sono destinati?

      Uno per gli anziani che dormono all’aperto di notte e potrà contare 140 letti comodi e dignitosi. Per loro ci sarà anche la colazione e una sala di ritrovo. L’altro dormitorio è per le ragazze stuprate che vengono scacciate dalle loro famiglie di origine. Da noi potranno avere un luogo sicuro e tenere i loro figli. Inoltre, sempre qui, accoglieremo i bambini abbandonati. Il costo è di 87mila euro per dormitorio. Abbiamo ricevuto la promessa di un finanziamento per un ospedale.

      Di cosa si tratta?

      Una signora di Milano che mi conosce da tanto tempo ha promesso che finanzierà con circa 110mila euro una clinica specializzata per gli occhi. A Soddo infatti le patologie oculistiche sono molto diffuse a causa del fumo provocato dai fuochi che si accendono nelle capanne, poi ci sono gli insetti e altre malattie spesso non curate che portano alla cecità. Tutto è come sempre nelle mani della Provvidenza e nell’aiuto di tante persone.

       

       

       

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