In Cammino verso Santiago di Compostela
La storia
DI ROBERTO MAZZOLI
Il cammino di Santiago è il pellegrinaggio spirituale più famoso al mondo. Dal 1993 le strade francesi e spagnole che compongono l’itinerario sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Dal Medioevo ad oggi, milioni di persone si sono messe in cammino verso la tomba dell’apostolo Giacomo custodita nella cattedrale di Sangtiago di Compostela, capoluogo della regione della Galizia, nel nord-ovest della Spagna. Dallo scorso 4 marzo in cammino c’è anche Giuliano Maltempi, 55 anni, da poco in pensione dopo quasi 40 anni di servizio nella Polizia di Stato. Bresciano ma fanese di adozione, sposato con Manuela e papà di Riccardo, percorrerà ben 3.000 Km interamente a piedi. Sulle pagine del Nuovo Amico seguiremo alcune delle tappe di questo lungo viaggio che si concluderà verso la metà del mese di luglio.
Giuliano Maltempi può essere definito un “veterano” dei cammini spirituali. Dal 2014 ne ha compiuti numerosi sia verso Santiago che sulle strade italiane di San Francesco e di San Benedetto. Questa volta però, complice anche il maggior tempo a disposizione dovuto alla pensione, il percorso scelto appare davvero incredibile. «Camminerò da Fano verso Arezzo e Siena – spiega – il primo tratto sarà sulla via Francigena fino a Vercelli, poi la via Domitia fino ad Arles in Francia, quindi la via Tolosana passando per Lourdes svalicando i Pirenei al passo di Somport. Da qui sul cammino Aragonese fino a Ponte de la Reina, poi il cammino Francese fino a Ponferrada e infine il “Cammino d’Invierno” per raggiungere finalmente la tomba di San Giacomo».
Motivazioni. Ma qual è il motivo che spinge Giuliano a lasciare tutto e partire? «Ho perso mio papà Girolamo quando avevo appena 18 anni – spiega – poi, dopo la morte di mia mamma Margherita, ho sentito un forte desiderio di mettermi in cammino, attratto da questo percorso spirituale e di fede per sentirmi più vicino a loro». Nel 2014 Giuliano inizia a progettare il viaggio, «ma non era affatto semplice uscire da quella che chiamo la “comfort zone”; dapprima aspettavo un amico che avrebbe dovuto accompagnarmi ma poiché non si decideva, mia moglie e io figlio, che ringrazierò sempre, ruppero gli indugi e mi spinsero a partire da solo». Così il 28 aprile 2014 Giuliano prende uno zaino e l’aereo che lo porta a Saint Jean Pied de Port, punto d’inizio del “Cammino Francese”. Si parte subito in salita valicando i Pirenei e nonostante la neve che spesso accompagna questa prima esperienza, la sua forza di volontà lo porta a concludere il percorso il 27 maggio, dopo un percorso di oltre 800 Km. «Non avevo però messo in conto lo sforzo fisico di questo viaggio e solo in seguito ho compreso di aver commesso un azzardo perché poi per diversi mesi non sono più riuscito nemmeno a fare le scale». In meno di un mese infatti Giuliano perde ben 12 Kg di peso e lungo il percorso sviene due volte. A soccorrerlo però ci sono tre persone «che oggi – racconta – sono per me come fratelli: Giustino, Piero e Claudio, di Colbertaldo di Vidor in provincia di Treviso».
Segni. «In ogni cammino che ho fatto ho sempre avuto dei segni – spiega Giuliano – sin da quel 2014 quando, una volta sceso nella cripta della cattedrale, tra migliaia di pellegrini, una suora improvvisamente mi ha scelto, mettendomi in mano un cesto di fiori bianchi e mi ha invitato ad entrare nella cappellina per depositarli davanti alla tomba di San Giacomo». Nel 2015 ho ripreso ad allenarmi sul San Bartolo per intraprendere un nuovo cammino con i miei tre amici trevigiani e nell’aprile 2016 ci siamo messi in marcia sul vecchio “Cammino Portoghese” di Santiago, oltre 600 km passando per Fatima proprio il 1° maggio: «di colpo un altro segno – dice – poco prima eravamo soli nella piazza del santuario e poi improvvisamente sono arrivate 10mila persone per via dell’apertura del mese mariano». Ma a colpire Giuliano è anche l’ospitalità dei portoghesi sempre pronti ad offrire riparo e un pasto. «In viaggio ho incontrato migliaia di persone – prosegue – ma pochissimi amici veri perché non è semplice entrare in sintonia con chi non conosci anche se il cammino ti costringe a mettere a nudo la tua persona e a conoscere meglio te stesso». Il cammino ha inoltre rafforzato la fede di Giuliano «fino al 2014 non mi ponevo neppure tante domande – dice – oggi vivo la vita tappa dopo tappa anche quando sono a casa e non cammino, sono sempre alla ricerca della serenità per me e per gli altri».
Percorsi. Il 2017 è un anno speciale. Giuliano compie infatti 50 e anni progetta il terzo ritorno a Santiago passando per il cammino del Nord, partendo da Irùn e percorrendo tutta la costa atlantica per circa 1.000 Km in 40 giorni. Come regalo di compleanno l’amico Giustino decide di unirsi a lui. L’anno seguente, nel 2018, è la volta del “Cammino Primitivo”, oltre 350 Km da solo partendo da Oviedo. Un percorso impervio e montagnoso compiuto con un nuovo amico fraterno: Martin, tedesco di Monchengladbach. Quindi nel 2019 il “Cammino de la Plata”, oltre 1.200 Km partendo da Siviglia attraversando la Spagna da sud a nord. Poi nel 2020 la pensione e il viaggio di 3mila km che salta per colpa della pandemia. Di qui la scelta di effettuare il primo cammino italiano di San Benedetto da Norcia a Montecassino, oltre 320 Km in settembre in completa solitudine «visto che il coronavirus aveva svuotato anche gli Appennini». Nel 2021 sarà la volta del cammino di S. Francesco da La Verna ad Assisi.
Sogno. «Dopo questo sesto cammino a Santiago – dice Giuliano – il sogno sarebbe partire con mio figlio, ma non gliel’ho mai chiesto perché ciascuno deve sentire la sua motivazione personale per intraprendere questo viaggio». Ci sarebbe poi un secondo sogno: «quello di vedere finalmente percorsi spirituali anche nel nostro territorio largamente frequentato da San Francesco». Ma è già tempo di riprendere il cammino perché la vita è il viaggio.