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      Home » “Le tracce e i silenzi. Diari, lettere e frantumi tra guerra e dopoguerra”
      Fano

      “Le tracce e i silenzi. Diari, lettere e frantumi tra guerra e dopoguerra”

      RedazioneDi RedazioneNessun commento2 minuti di lettura
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      Fano
      di Redazione

      In occasione della Giornata della Memoria, il Consiglio Comunale del Comune di Fano ha ospitato l’incontro, in modalità on line sul canale YouTube del Sistema Bibliotecario di Fano, con la storica Maria Bacchi sul tema “Le tracce e i silenzi. Diari, lettere e frantumi tra guerra e dopoguerra.  L’iniziativa fa parte del Progetto ISCOP “Educare alla storia: una scuola di cittadinanza” realizzato con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Fano – Assessorato ai Servizi Educativi, alle Biblioteche e alla Memoria.

      A introdurre i lavori la presidente del Consiglio Comunale di Fano, Carla Cecchetelli. “Il giorno della memoria – ha sottolineato – non è soltanto una ricorrenza, un momento istituzionale in cui siamo chiamati a rifletter su una delle immani tragedie della storia, ma è anche un invito costante e stringente all’impegno e alla vigilanza”.

      La parola, poi, al Sindaco Seri che, nel suo intervento, citando “La banalità del male” di  Hannah Harendt, ha messo in evidenza il rischio di banalizzare certi comportamenti dell’essere umano. “La memoria non è mera celebrazione, ma riflessione attiva e deve essere costante e quotidiana”. A introdurre la storica Bacchi a cui dobbiamo molto per la didattica storica e la ricerca sulla storia dell’infanzia nella Shoah Marco Labbate direttore scientifico ISCOP.

      Nel suo intervento, la storica si è soffermata su fonti scritte partendo da alcuni casi su cui ha lavorato in passato a cominciare da Bruno Avataneo e dal suo libro “Le ossa affaticate di Salomon Castelletti” dove, nelle ultime ventisei pagine, viene raccontata la deportazione del nonno materno Aldo. Ha accennato, poi, alle storie di Lia Finzi che, una volta tornata in Italia, si era fatta carico dei cosiddetti convitti della rinascita in cui erano sostenuti gli orfani dei partigiani, di sua sorella Alba, straordinaria insegnante che aveva aiutato tanti bambini traumatizzati dalle persecuzioni razziali (una fra tutte Ghina), dei diari di Lidia Gallico e delle lettere che scriveva si suoi genitori.

      Nella foto un disegno di Ghina

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