Fano
di Redazione
«I cristiani sanno che dopo aver discusso a lungo, è nell’accoglienza dell’altro che si aprono gli occhi e ci si rimette in cammino. Come ci ricorda il vangelo di Emmaus, è lo spezzare il pane in casa, con tutti, che dà forma alla vita della Chiesa e le permette di essere riconosciuta e stimata. Il futuro richiede il coraggio di pensare a un abitare collaborativo, di fare leva sul bisogno di comunità e fraternità, che sta emergendo da più parti della nostra società. Non disperiamo: la nostra diocesi come ogni Chiesa locale è ricca di piccole cose buone che ne costituiscono il tessuto connettivo. Facciamo circolare questi racconti, facciamo circolare i doni: condividiamo quanto di buono sta avvenendo nel nostro territorio. A noi ora la responsabilità di dare corpo a tutto questo; nessuno si tiri indietro». Con queste parole, il Vescovo Armando invita tutti a prendere in mano il Vademecum per il Sinodo (scaricabile anche sul sito www.fanodiocesi.it), uno strumento utile per esercitarci a camminare insieme. Non si tratta di un’indagine sociologica, non interessano le statistiche ma occorre mettersi in spirito di ascolto e di dialogo come ci esortano le parole, riportate nel Vademecum, di papa Francesco: «La sinodalità non è cercare una maggioranza, un accordo sopra soluzioni pastorali che dobbiamo fare. Solo questo non è sinodalità; questo è un bel “parlamento cattolico”, va bene, ma non è sinodalità. Perché manca lo Spirito. Quello che fa che la discussione, il “parlamento”, la ricerca delle cose diventino sinodalità è la presenza dello Spirito: la preghiera, il silenzio, il discernimento di tutto quello che noi condividiamo. Non può esistere sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito senza la preghiera. Questo è molto importante».
Il Vademecum utile alla nostra diocesi per camminare insieme, prende il via dalla lettera scritta dal Vescovo Armando, è diviso in tre capitoli: i principi di fondo, le indicazioni pratiche e l’invito a non trascurare la preghiera, l’ascolto della Parola.
Tutto questo a conferma che il Sinodo non è un evento di facciata per dare una bella immagine di noi stessi e neanche un parlamento o un’indagine su opinioni; non è certamente un “documentificio” o un gruppo di studio, con interventi colti ma astratti, sui problemi della Chiesa e sui mali del mondo. Il Sinodo desidera mostrare una Chiesa che, in continuità con il Convegno di Firenze, è inquieta e in ricerca e proprio per questo decide di vivere un cammino di effettivo discernimento spirituale che la conduca a saper meglio collaborare all’opera di Dio nella storia in un processo che dal basso coinvolga e integri tutti, in un lavoro appassionato e incarnato.
Possa lo Spirito Santo suggerire alla Chiesa in ascolto vie nuove, strade per portare il Vangelo ad ogni donna e ad ogni uomo.