Fano
a cura della Redazione
Dal 29 al 31 ottobre si è svolto a Roma il convegno rivolto a tutti i presidenti e assistenti diocesani dell’Azione Cattolica d’Italia a cui ha partecipato Laura Giombetti per la diocesi di Fano. Si è trattato del primo incontro in presenza dopo l’Assemblea dell’aprile scorso svolta on line, e quindi quanto mai atteso e partecipato. I nuovi orientamenti per il triennio dell’associazione “Passiamo all’altra riva”, il Sinodo, i progetti che coinvolgono i diversi settori, le prospettive e le strade su cui continuare a camminare sono stati gli stimoli offerti e i temi discussi e presentati.
La vita ordinaria e formata, il tema di fondo, a partire dal Rosario Livatino, ucciso semplicemente per aver fatto bene il proprio lavoro e il proprio dovere. Il Sostituto procuratore dell’antimafia Francesco Minisci e Rosy Bindi hanno aiutato a riflettere l’attualità di questo nuovo beato, a partire dalla realtà pervasiva ancor oggi delle mafie. Poi l’invito al 30 aprile per la beatificazione di Armida Barelli a Milano, sorella maggiore di tutta la Gioventù femminile e figura emblematica di donna nella Chiesa.
Non poteva mancare un approfondimento sul sinodo con Mons. Erio Castellucci: un colloquio fatto di tanti spunti e sollecitazioni per cogliere il senso di questo evento a partire da una vera partecipazione, un invito concreto per tutti, un percorso con la piramide rovesciata, uno stile narrativo.
Poi ci sono stati momenti più associativi con la riflessione di Mons. Gualtiero Sigismondi, l’assistente generale, e gli interventi da parte dei nuovi responsabili dei vari settori.
Non è mancato il confronto con i vari presidenti e assistenti ricco e proficuo: una Chiesa viva, dove non mancano difficoltà, comuni a molte realtà, ma si respira anche il desiderio e il concreto spendersi per una chiesa prossima, popolare, generosa che non si tira indietro rispetto alle sfide che attraversano questo tempo. “Protagonisti di una storia bellissima” ha detto mons. Russo durante la celebrazione che ha presieduto, che oggi si declina con il continuare a starci, cercando di dare forma alla speranza nelle forme ordinarie e costanti della vita.
Da questi giorni intensi si torna con la ricchezza di tanti incontri, legami tessuti anche nei momenti informali, soprattutto con i presidenti delle altre diocesi delle Marche: luoghi familiari e allo stesso tempo nuovi e rinnovati, da far vivere e a cui far prendere forma insieme anche nella realtà della nostra diocesi.