
Lutto
Addio a Luciano Tancini
Lo scorso 29 gennaio Luciano Tancini, della nostra Unità Pastorale, ci ha lasciati, colpito anche lui da quel virus che sta segnando pesantemente le nostre giornate. Noi sacerdoti eravamo abituati ad incontrarlo nella Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia in compagnia della cara Battista, da 70 anni al suo fianco, nel guidare la recita del rosario, prima che la pandemia sconvolgesse il calendario della nostra vita liturgica. Testimone autentico di un’esistenza segnata da una di fede profonda ed incarnata in ogni aspetto della vita quotidiana. La notizia del suo ricovero al Centro Covid di Campofilone, a centinaia di km di distanza da noi e dai suoi cari ci ha lasciato sconcertati. Eppure avvertiamo come non sia stato un contagio infido e malefico ad avere l’ultima parola su Luciano. È ciò che traspare anche dalle parole che alcuni dei quattro figli e della corona di nipoti e pronipoti hanno pronunciato al termine della Messa di commiato. Grazie, Luciano. Quello che tu ci lasci in eredità testimonia l’intelligente decisione di Papa Francesco di voler istituire la Festa dei Nonni, in prossimità della Memoria dei Santi Gioacchino ed Anna del 26 luglio. Decisione resa pubblica proprio il giorno dopo della Santa Messa celebrata in tua memoria in Cattedrale.
Don Stefano Brizi
E per corona la fede e la famiglia
Riportiamo a seguire le testimonianze di figli e nipoti di Luciano Tancini simbolo di tutti i nonni morti durante la tragica pandemia che stiamo vivendo
Pesaro – A CURA DELLA REDAZIONE
Caro papà Luciano, siamo qui in tanti per salutarti e ognuno avrebbe tante cose da dire. Io vorrei esprimere queste voci e, innanzitutto, ringraziarti per essere stato nella tua lunga vita, per noi, padre, amico e punto di riferimento e rifugio sicuro. Con la mamma siete stati un modello di unità e di accoglienza che non si è mai affievolito negli anni, anzi, in questi ultimi tempi, eravate ancora più legati ed eri tu che accudivi la mamma che aveva più difficoltà. Sei stato un grande lavoratore, un uomo colto. Sei stato un uomo dotato di grande fede, ma mai bigotto, sempre intelligente e critico. In questo ultimo periodo, dopo che vi siete ammalati di Covid, hai vissuto un ulteriore percorso di crescita che ti ha fatto staccare da tutto, dalla tua casa, dalla tua famiglia, dalla tua «Ba’», fino a rimanere solo. È stato allora che tu hai vinto le tue paure e la tua rabbia e ti sei riconciliato, ti sei riappacificato e ci hai salutato con un sorriso tenero di amore. Ti sei spento nella pace addormentandoti come un bambino sereno tra le braccia della mamma. Grazie papà della tua vita, continueremo ad ascoltare la tua voce che risuona dentro di noi, a fare tesoro dei tuoi insegnamenti, a coltivare sempre sentimenti di accoglienza verso tutti, a fare festa ogni volta che staremo insieme, eri sempre così entusiasta di ogni cosa, un po’ bambino, un cuore puro, un grande uomo, ci mancherai.
Daniela
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Ciao nonno ti voglio ricordare con un tema che ho scritto proprio su di te quando avevo 12 anni (17 febbraio 1997) e proprio ieri sera ho riletto. «Il mio nonno materno si chiama Luciano e ha 68 anni, però non li dimostra. Sembra un cinquantenne perché è dinamico e allegro. È imponente ma non mette soggezione perché è giovanile con tutti, grandi e soprattutto bambini. Ha molti capelli color argento, porta occhiali color nero e ha grandi orecchie. Il suo sguardo è sincero, pieno d’amore e d’affetto, quando lo cerco è sempre disponibile ad aiutarmi o darmi consigli. Da quando era bambino ha collezionato francobolli. In casa ha tre librerie che traboccano di libri. Mio nonno è come un’enciclopedia perché è molto colto e informato ed è anche molto religioso. Il nonno compie gli anni il 24 dicembre e quando gli consegniamo il regalo lui si emoziona e io lo vorrei consolare con tutti i cugini. Il nonno ha un animo sensibile e delicato. Sono contento di avere un nonno come lui». Nonno tu eri proprio così, sensibile, delicato e amorevole. Vederti abbracciare la nonna e guardarla con tanto amore prima di andare a dormire, mi ha fatto realizzare ancora di più quanto sia bello amare e quanta forza ti dà. Spero di incontrarti presto in qualche bellissimo sogno.
Matteo
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Il nonno aveva un rapporto esclusivo e speciale con ciascuno di noi. Se ci dovessimo chiedere chi erano i suoi preferiti alzeremmo tutti la mano perché lui era in grado di farci sentire tutti e ciascuno il più speciale, amava tutti più di tutti e ci verrà sempre da dire “il mio nonno”, come se fossimo gli unici.
Chiara
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Le cose che mi ricordo meglio del nonno erano la sua immensa passione e il fortissimo senso di gratitudine, passione per l’arte e per la cultura in generale, e anche indubbiamente passione per la sua famiglia. Ci parlava sempre dei Carloni, come di coloro che gli permisero di studiare quando era piccolo. Un dono prezioso che una volta ricevuto continuò a coltivare per tutta la vita, come se ogni giorno dovesse rendere grazie di quel dono, onorandolo. E cosi come onorava l’arte e l’educazione, onorava la sua famiglia. Gli brillavano sempre gli occhi quando parlava di Alessandro, Agata, Edoardo, Adelle, Diego e ovviamente di ognuno di noi. Grazie nonnino caro per averci onorato come fossimo dei doni preziosi ogni singolo minuto della tua vita.
Nicoletta
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La tua lunga vita è stata per noi, che abbiamo avuto il privilegio di condividerla con te e la «Bà», un dono meraviglioso. Il tuo/vostro modo di interpretare la vita resterà per noi un esempio difficile da imitare ma impossibile da dimenticare. Ci resta nel cuore un unico grosso peso, non averti potuto accompagnare degnamente, come avresti meritato, negli ultimi attimi della tua vita. Ma abbiamo assistito a come tu abbia vinto le tue paure, ti sia spogliato di tutto e ti sia docilmente rimesso nelle mani del Padre. Nonostante il dolore del distacco abbiamo una certezza, che tu ci hai insegnato con la tua vita, di crederti nella Luce di una vita nuova e piena.
Enzo
Padre Nostro per un nonno
Padre Nostro che sei nei cieli
Quel padre che hai così amato nonno ti accoglie adesso tra le sue braccia ne siamo sicuri perché la tua fede è stata così sincera e vissuta che per noi, ora, è una consolazione ed una certezza saperti in pace.
Sia santificato il suo nome, venga il suo regno, sia fatta la sua volontà come in cielo così in terra
La sua volontà… come mi è difficile capirla a volte, capire perché ti meritavi di morire solo su un letto di ospedale, lontano da tutti noi, lontano dai nostri abbracci e dalle carezze. Quasi un anno avete passato in casa per la paura dei contagi e l’ironia della volontà ti ha voluto sul ring per l’ultima volta, per combattere solo l’ennesima battaglia. Ma non ha vinto il virus, io sono convinta che tu hai deciso alla fine di deporre le armi come un galantuomo e di accogliere la volontà del Padre che ad ognuno assegna le croci che quel figlio può sopportare. E tu, nobile uomo, hai affrontato quell’ingiusta solitudine fino a quando gli ultimi due giorni alla dottoressa dicevi “me ne sto andando”, hai pregato ed il Cielo si è invertito alla terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
Il pane nonno, lo chiamavi sacro, tu che da bambino hai vissuto la miseria e che da uomo non hai mai fatto mancare niente sulla vostra tavola, ogni domenica, anzi, si ripeteva quel miracolo del pane. E non solo per la tua famiglia perché la vostra generosità è stata immensa con tutti. La carità non è stata per voi un esercizio, ma una missione di vita.
Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
Ci hai insegnato ad essere buoni nonno, ad essere umili, a saper perdonare, a saper aspettare… sempre una parola di amore, sempre un incoraggiamento, sempre un cauto avvertimento per insegnarci le cose del mondo che tu conoscevi da uomo saggio, acuto, intelligente, pio.
Non ci abbandonare nella tentazione ma liberaci dal male
Nonno da lassù intercedi per noi e guidaci nel compiere ogni giorno le scelte giuste, insegnaci ad amare la nonna come tu hai fatto per tutta la vita, aiutaci nel prendercene cura nel migliore modo possibile, come avresti fatto tu.