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      Chiesa e Mondo

      Pensare ai passi del passaggio

      RedazioneDi RedazioneNessun commento5 minuti di lettura
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      GIUSEPPE BALLARINI-PESARO-” NEBBIE SUI CAMPI E GIRASOLE” 2002-OLIO SU TELA 80X120- (G.C.)

       

      XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno C (Luca 21, 5-19)

      In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

      Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

      Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

      Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.

      Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.

      Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».


      Commento alle Letture della domenica

      • Introduzione

      La Parola di Dio invita a riflettere sulle ultime realtà non solo del mondo, ma anche della vita di ciascuno di noi; riflessione importante anche per noi troppo presi dal ritmo frenetico del quotidiano, fino a dimenticare il vero senso della vita, dono di Dio.

      • Medita i Novissimi

      Un antico detto recita: “Medita i novissimi e non peccherai mai”. Cosa sono i novissimi? Sono le ultime realtà della nostra vita sulla terra, l’ultimo capitolo: morte, giudizio, inferno o paradiso. Meditarle è saggezza e sicuramente ispirano un impegno umano e cristiano.

      1. La morte

      Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dice: “Con la morte, separazione dell’anima e del corpo, il corpo cade nella corruzione, mentre l’anima, che è immortale, va incontro al giudizio di Dio e attende di ricongiungersi al corpo quando, al ritorno del Signore, risorgerà trasformato. Comprendere come avverrà la risurrezione supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto” (205).

      La morte è un passaggio per tutti. Però non sappiamo né il giorno, né l’ora e neppure le circostanze. La cosa sicura è che prima o poi accadrà. Per questo motivo è necessario stare pronti. “Siate pronti, dice Gesù, con la cintura ai fianchi e la lampada accesa”. È un invito ad impostare bene la vita: la lampada accesa è la fede viva, celebrata, testimoniata nella carità; la cintura ai fianchi è la serietà dell’impegno nel rendersi utili in famiglia e in comunità, con i talenti ricevuti. Gesù è il riferimento sicuro, a cui riferirci come modello e come amico di viaggio.

      1. Il giudizio

      San Paolo ricorda che ciascuno di noi, passando da questo mondo all’eternità, si troverà faccia a faccia con il Signore per rendergli conto di tutta l’esistenza, dei doni ricevuti, del bene e male compiuti, dei sentimenti, dei pensieri… “Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male… Perciò ci sforziamo di essere a lui graditi” (2 Cor 5,9-10). Il CCC afferma: “Il giudizio particolare è il giudizio di retribuzione immediata, che ciascuno, fin dalla sua morte, riceve da Dio nella sua anima immortale, in rapporto alla sua fede e alle sue opere. Tale retribuzione consiste nell’accesso alla beatitudine del cielo, immediatamente o dopo un’adeguata purificazione, oppure alla dannazione eterna nell’inferno” (208). Nessuno sfugge a questo giudizio, neppure chi non ha creduto in Dio. Il timore del giudizio, ci spinge a vivere a lui graditi.

      1. Destinazione eterna

      Con la morte passiamo alla vita eterna. Essa “inizierà subito dopo la morte. Non avrà fine. Sarà preceduta per ognuno da un giudizio particolare ad opera di Cristo, giudice dei vivi e dei morti, e sarà sancita dal giudizio finale”. E avremo la nostra destinazione finale: risurrezione di vita quanti fecero il bene (paradiso), risurrezione di condanna quanti fecero il male (inferno). Il CCC aggiunge che esiste anche il purgatorio. Esso è “lo stato di quanti muoiono nell’amicizia di Dio, ma, benché sicuri della loro salvezza eterna, hanno ancora bisogno di purificazione, per entrare nella beatitudine celeste” (210). Destinazione definitiva che noi prepariamo oggi, giorno per giorno, vivendo la fede, la speranza e l’amore, e perseverando in queste virtù fino alla fine.

      • Conclusione

      “Credo la risurrezione e la vita eterna”, diciamo nel Credo. Questa è la meta finale della vita, per tutti. Pensare a queste verità ci dona saggezza e ci prepara ad una gioia immensa con Dio.

      LETTURE: Ml 3, 19-20; Sal 97; 2 Ts 3, 7-12; Lc 21, 5-19

      DON PIERO PELLEGRINI

       

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