Se l’estensore di queste noterelle scrive una cavolata viene definito un cretino; se Beppe Grillo dice una enorme corbelleria è un provocatore. La differenza purtroppo mi sfugge. Nel caso specifico il comico propone di escludere dal voto gli anziani; non si sa da quale età, ma lui ha superato i settant’anni. Detto da uno che ha fondato un partito, anzi vergognandosene lo ha chiamato movimento, escludere dal voto una parte di quelli che lo hanno votato mi sembra una fesseria megagalattica. Numerosi esponenti politici, invece di sorvolare su queste amenità, hanno commentato molto negativamente il Grillo pensiero ed a questi vorrei ricordare una frase di Arthur Bloch: “Non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza”. Nel frattempo c’è chi propone di estendere il voto ai sedicenni. Gli adolescenti sono esperti nell’uso del telefonino, nel modificare la marmitta del motorino in modo che faccia più chiasso, nel trovare il negozio in cui acquistare jeans già accuratamente strappati, nel farsi acconciare i capelli nelle maniere più strambe, ma dubito che sappiano scegliere fra le varie ideologie politiche. Questo riesce difficile anche a me. Provate a chiedere ad un sedicenne quali sono i compiti del Presidente della repubblica, i poteri del presidente del Consiglio e quelli della Corte costituzionale; le risposte, ammesso che ci siano, potrebbero sbalordirvi. Nel frattempo il ministro della pubblica istruzione vuole potenziare l’insegnamento dell’educazione civica. Mi sembra giusto far votare quelli che non conoscono i rudimenti della democrazia. Anche questo fa parte del Grillo pensiero. Il presidente Giuseppe Conte, sollecitato dai giornalisti, ha ironicamente commentato: “Faremo un sondaggio ed in base ai risultati decideremo il da farsi”. Magari, aggiungo io utilizzando la piattaforma Rousseau.
ALVARO COLI