La cultura come volano di sviluppo economico e come elemento di aggregazione per le ricchezze e le bellezze di questo territorio, che è fatto anche di ambiente, paesaggi e tradizioni. Per questo la candidatura di Pesaro e Urbino a Capitale della Cultura 2033 è un progetto lungimirante che la Coldiretti provinciale intende sposare. È il commento dell’organizzazione degli agricoltori della provincia pesarese alla notizia dell’avvio di una sfida che vedrà coinvolte istituzioni, scuola, università, imprenditori, associazioni di categoria, mondo della cultura e dell’associazionismo. “Siamo una provincia ricca di primati – commenta il presidente di Coldiretti Pesaro Urbino, Tommaso Di Sante – e vantiamo numerose eccellenze enogastronomiche, che si rivelano formidabili strumenti di attrattività turistica. . La nostra provincia ha uno straordinario patrimonio artistico, storico, culturale diffuso su tutto il territorio, dalle città ai borghi, ma è altrettanto ricca di biodiversità, ambiente, paesaggi, prodotti enogastronomici. Tutti elementi preziosi per uno sviluppo intelligente e sostenibile del territorio”. Si tratta, spiegano da Coldiretti Pesaro Urbino, di una grande opportunità per accendere, attraverso una promozione d’insieme, i riflettori su un patrimonio storico ma anche ambientale che fa della sostenibilità, della biodiversità e della conoscenza la sua ricchezza inestimabile.. Siamo certi che sarà necessario un grande lavoro di squadra per il quale diamo, fin da ora, la nostra adesione”. La provincia di Pesaro Urbino è una delle più green e votate al bio d’Italia. Nei suoi terreni l’uso dei fertilizzanti tradizionali è diminuito del 10% in due anni, secondo una rielaborazione della Coldiretti provinciale su dati Istat e l’ultimo rapporto Biobank fissa la provincia come quarta d’Italia per media tra abitanti e negozi specializzati bio, nonché la quarta per numero di aziende agricole bio che svolgono anche attività agrituristica.