Un esercito di 12mila tartufai. Il primato italiano spetta alle Marche per l’oro dei boschi. Bianco o nero pregiato, scorzone o bianchetto, il tartufo accompagna i piatti gourmet nel corso di tutto l’anno. Questo in particolare è il periodo del Bianco Pregiato e nei giorni scorsi, in occasione dell’apertura della Mostra nazionale di Sant’Angelo in Vado, è stata registrata anche la visita del Presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini che, insieme ai vertici della Coldiretti marchigiana, ha visitato il borgo in riva al Metauro accompagnato, tra gli altri, dal sindaco Giannalberto Luzi, da Tommaso Di Sante e Paolo De Cesare, presidente e direttore di Coldiretti Pesaro Urbino. Quest’anno si sta assistendo a una corsa all’acquisto, anche perché si prospetta un’ottima stagione e le quotazioni sono scese rispetto allo scorso anno. La raccolta, iniziata l’ultima domenica di settembre, vede un valore di 2000 euro al chilo per pezzature oltre i 50 grammi (la più pregiata). Importi ancora più contenuti per le pezzature più piccole con valori che vanno da 1500 euro tra i 15 ed i 50 grammi a 1000 euro al chilo sotto i 15 grammi. Le Marche sono una delle regioni più ambite dai ricercatori di tartufi. La loro presenza nel sottosuolo attira raccoglitori e turisti alimentando, a livello italiano, un business fatto di negozi e ristoranti dal valore stimato in circa mezzo miliardo di euro tra prodotto fresco, conservato o trasformato. Manna sotterranea per realtà altrimenti marginali e a rischio di spopolamento. “Il tartufo può rappresentare uno straordinario volano per lo sviluppo economico del territorio, anche facendo da traino alle altre produzioni di eccellenza presenti in provincia – dichiara il Presidente Di Sante – ma, proprio per questo, occorre sempre più mettere in campo non solo azioni di promozione, ma anche azioni a tutela dell’origine del tartufo, per una piena tracciabilità delle produzioni”.
COLDIRETTI PESARO URBINO