Le sorelle agostiniane del monastero di Santa Caterina di Urbino in questo primo anno dell’arrivo della reliquia di santa Rita – abbiamo ancora nel cuore la grande festa dello scorso 5 maggio – propongono il 22 di ogni mese una giornata di preghiera con l’esposizione della reliquia alla pubblica venerazione. Questo l’orario degli appuntamenti per sabato prossimo 22 giugno. La chiesa del monastero sarà aperta dalle 7 alle 13 e dalle 15 alle 20. Alle 7 ci sarà la celebrazione della santa messa, alle 12.30 l’ora media ed il rosario, alle 15.30 la coroncina di santa Rita ed alle 19 il canto del vespro. Ogni mese, poi, questa giornata speciale avrà un’intenzione di preghiera speciale: nel mese di giugno le monache avranno un ricordo speciale nella preghiera per il papa ed i sacerdoti. È una lodevole proposta per valorizzare il culto a santa Rita, una devozione così profondamente impressa nel cuore di tantissimi fedeli. Numerose sono state le iniziative che hanno preceduto e accompagnato l’arrivo della Reliquia della Santa di Cascia.
Nel monastero delle agostiniane padre Giustino Casciano OSA ha tenuto un incontro su “Rita da Cascia: una di noi”, ripercorrendo la vita della protagonista, illustrandone le vicende, le doti, gli aneddoti, i carismi. Nel panorama dei personaggi celebri delle sante S. Rita è senz’altro una delle più famose, venerate, complete: una donna, moglie, madre e consacrata di cui l’oratore ha cercato di chiarirne le peculiarità, i doni, l’umanità, la sensibilità, la disponibilità, la generosità. Nasce a Roccaporena una frazione del comune di Cascia nel 1381 (?) e vi morì nel 1457 circa. Di lei ci parlano, oltre alla tradizione, documenti antichi, come la “cassa solenne” dipinta nel 1457, cioè poco dopo la sua morte, il “codex miraculorum” dello stesso anno, le tavolette ex voto, gli “statuti di Cascia” del 1387. In lei rifulsero le qualità, in sommo grado, di figlia obbediente, cristiana, tranquilla. Il perdono, la preghiera, il sacrificio l’abbandono alla volontà di Dio sono la sua forza. Rita aiuta i bisognosi, gli orfani, gli ammalati; è moglie dedita alla famiglia, nonostante un matrimonio sofferto e impostole contro la propria volontà. Nonostante la morte del marito, ucciso, non nutre rancori, né desidera vendette. Accetta la prematura scomparsa dei due figli gemelli, con rassegnazione. È stata beatificata da papa Urbano VIII a Roma nel 1628, e canonizzata sempre a Roma da papa Leone XIII il 24 maggio 1900.