Ce l’ha fatta. È nuovamente diventato sindaco di Pesaro alla grande e con una barca di voti. Occorre dire che non ha faticato nemmeno troppo, gli avversari erano tanti, in contrasto fra loro, e questo ha giocato a suo favore. È stato anche facile, aveva governato benino la città ed a confronto con i suoi predecessori, che avevano fatto poco o nulla, è stato di un attivismo sfrenato. Questo è il motivo per cui è stato attaccato dagli avversari. Ha piantato un ginkgo biloba (albero preistorico) nella piazzetta di fronte al Conservatorio Rossini. Ma come si è permesso di mettere una pianta dove non c’è n’era mai stata nessuna. Ha concesso ad un privato, senza oneri per la collettività, di edificare una torre panoramica dietro la Palla di Pomodoro, che forse può aiutare il turismo. Si è inventato di inondare la città di Mobike, utili per gli spostamenti urbani. Il merito potrebbe essere anche l’iniziativa “A cena con il Sindaco”. Alla gente è piaciuto un primo cittadino che si presenta alla loro casa e dialoga con la gente, cosa che i suoi compagni non hanno saputo fare.
Non ha voluto nessuno dei big nazionali ad appoggiarlo, tutti fuori dai piedi, questa è la mia città e la gestisco io, È stato anche abile ad aggregarsi a Renzi quando era all’apice, ad abbandonarlo quando è andato in bassa fortuna, a non legarsi a nessun gruppo. Come risultato i pesaresi hanno votato la Lega alle Europee ma Ricci per le Amministrative con uno scarto di voti notevole. Dopo questo elogio direte: “Allora hai votato Ricci?” Mi spiace deludervi, per una serie di circostanze io non ho votato nessuno e non potete accusarmi di salire sul carro del vincitore. Questo non mi impedisce di ammirare chi ha saputo giocare bene le sue carte e sperare che altri sindaci, di qualsiasi partito, sappiano seguire il suo esempio. Ascoltare la gente, tutti lo dicono ma nessuno lo fa.