Sabato 2 febbraio, festa della presentazione di Gesù al tempio, si è celebrata la 23a Giornata per la vita consacrata, voluta da San Giovanni Paolo II a conclusione del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata, da cui è scaturita l’esortazione apostolica “Vita consecrata”. Anche nella nostra arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado si è dato forte rilievo alla ricorrenza liturgica. L’arcivescovo mons. Giovanni Tani ha presieduto infatti nella chiesa del monastero delle clarisse di Urbino una solenne eucaristia, concelebrata da p. Claudio Fanetti, guardiano della comunità dei frati minori conventuali di san Francesco, p. Luca Gabrielli, guardiano della comunità dei frati minori di san Bernardino, e dal cappellano dell’ospedale di Urbino p. Apollinaire, sempre dei frati minori.
Congregazioni presenti. Hanno partecipato alla liturgia – ben preparata dalle clarisse – una rappresentanza delle monache agostiniane di Urbino, oltre alle suore di vita attiva presenti in Diocesi: le suore della Carità e le maestre pie Venerini, presenti ad Urbino con studentati per universitarie ed attive nel contesto parrocchiale e diocesano per la Pastorale Giovanile ed Universitaria; le suore dello Spirito Santo, presenti ad Urbania in parrocchia ed in oratorio; le suore della Santissima Eucaristia, in servizio alla casa del clero di Urbino. Erano assenti le piccole figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, presenti a Sant’Angelo in Vado in parrocchia, in oratorio e nel servizio agli ammalati; le piccole ancelle del Sacro Cuore, in servizio presso il santuario del Pelingo; le suore francescane missionarie volontarie dei poveri, in servizio all’arcivescovo emerito mons. Francesco Marinelli. A tutti i religiosi e le religiose presenti a vario titolo nella nostra Arcidiocesi mons. Tani nell’omelia ha rivolto parole di ringraziamento a nome di tutta la comunità diocesana.
L’omelia. Merita soffermarsi a considerare i passaggi principali dell’omelia. Partendo dall’episodio della presentazione di Gesù al tempio, offertoci dall’evangelista Luca, mons. Tani ha sottolineato come l’eccesso di zelo dimostrato da Maria e Giuseppe nel presentare al tempio il Bambino possa essere paragonato al di più della vita religiosa, una vita donata a Dio nella preghiera e nel servizio ai fratelli. Scriveva infatti il Pontefice: «Che sarebbe del mondo se non vi fossero i religiosi»? Al di là delle superficiali valutazioni di funzionalità, la vita consacrata è importante proprio nel suo essere sovrabbondanza di gratuità e d’amore, e ciò tanto più in un mondo che rischia di essere soffocato nel vortice dell’effimero» (Vita consecrata, 105). L’Arcivescovo poi indicato come la gioia sia il segno più eloquente che la vita religiosa offre al mondo. Una gioia che si fa luce e speranza… proprio come il rito delle candele (la Candelora) con cui è iniziata la celebrazione. Concludendo la sua meditazione, mons. Tani ha presentato la giornata della vita consacrata come la giornata del grazie, occasione per andare con la mente ed il cuore al giorno del primo incontro con il Signore, con il rinnovo delle promesse battesimali. Ma d’altro canto è anche il giorno del rilancio attraverso il rinnovo dei voti.
Andreas Fassa