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      Home » “Chiara non viveva la fede per anestetizzare il dolore”
      Fano

      “Chiara non viveva la fede per anestetizzare il dolore”

      RedazioneDi RedazioneNessun commento2 minuti di lettura
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      Venerdì 29 giugno, a Lucrezia, Angelo ed Elisa Carfì hanno donato la testimonianza di vita di Chiara Corbella Petrillo, una giovane moglie e mamma che nonostante le difficoltà ha sempre avuto il sorriso sulle labbra. Chiara aveva i piedi per terra, sapeva benissimo a cosa andava incontro, ma ogni volta chiedeva al Signore di vedere la Grazia che succedeva intorno a lei. In questa sua esperienza Chiara si era totalmente abbandonata al Padre e si sentiva talmente consolata che tutto questa consolazione era più grande di quello che le stava accadendo. Chiara e suo marito Enrico non erano due che vivevano la fede per anestetizzare il loro dolore. In loro c’era dolore vero, ma c’era più gioia di dolore: nelle loro lacrime c’era tutto il dolore, ma la consolazione è sempre stata superiore. Un problema che potrebbe insorgere è quello di vedere Chiara come qualcosa di lontano da noi, Chiara era invece una persona comune, come tutti, era una donna semplice, umile. Noi nella vita possiamo vivere secondo i se oppure possiamo vivere con i sì . Questo ha fatto la differenza in Chiara: ha vissuto questa storia in un modo speciale, no con i se ma con i sì. Anche noi possiamo dire questo sì perché tutti quanti abbiamo le nostre storie, preziose, dolorose, sofferenti, angoscianti, però questo sì di Chiara ci aiuta a capire che in questo modo possiamo incontra Gesù, la Chiesa e i fratelli.

       

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