“Due soprattutto sono le ragioni per cui questa sera rendere grazie al Signore” – ha detto Paolo Scavolini, responsabile del gruppo del Rinnovamento nello Spirito della nostra diocesi, in occasione dell’incontro con l’arcivescovo Piero Coccia svoltosi giovedì 22 marzo a Villa Borromeo: l’anniversario dell’approvazione definitiva dello Statuto da parte del Consiglio Permanente della C.E.I. (14 marzo 2002) e la Convocazione Nazionale del Movimento, che per la prima volta, dopo quarant’anni, si terrà a Pesaro all’Adriatic Arena dal 28 aprile al 1° maggio. Un evento, quest’ultimo, auspicato come “corrente di grazia” per tutta la comunità diocesana dall’Arcivescovo, il quale ha ricordato le parole rivolte dal Papa, lo scorso 3 giugno, ai membri del Rinnovamento: “E’ il momento di lasciarsi alle spalle la polvere del tempo, ringraziando per quello che abbiamo ricevuto e affrontando il nuovo con fiducia nell’azione dello Spirito”.
Ridare fiducia, ha affermato mons. Coccia, è proprio il compito specifico dei cattolici nel contesto attuale. Lo stesso Consiglio permanente della CEI lo ha recentemente sottolineato: siamo chiamati a pacificare le relazioni, minacciate da un’aggressività sempre crescente e a ricostruire una speranza ragionevole in una società scoraggiata da tante paure (della disoccupazione, dell’impoverimento, dei migranti, della delinquenza). Tale compito va attuato ovunque, in particolare nelle famiglie, nelle scuole, nelle parrocchie, nel mondo dei consacrati, nell’impegno politico: ambiti, a cui la nostra diocesi ha dedicato un’attenzione prioritaria in questo anno pastorale. E’ una missione per la quale i carismi suscitati dallo Spirito sono un dono, una ricchezza. Una conferma di ciò sarà certamente la Convocazione Nazionale del Rinnovamento, che, come scrive il Presidente Salvatore Martinez, avrà come filo conduttore la parabola del buon Samaritano: “Gesù, infatti, è Colui che ‘vede l’uomo’ in tutto il suo bisogno; ‘ha compassione’ e ‘si prende cura’ di lui; lo fa ospitare in una ‘locanda’”. La locanda è la Chiesa, “che tutti siamo chiamati a rendere luogo di aiuto, di fraternità, di liberazione”. “Ecco perché, conclude Martinez, la Convocazione Nazionale si offre a tutti, in special modo a quanti non hanno ancora incontrato Gesù come Signore e Salvatore. E tutti siamo invitati a partecipare”.