Nella Veglia di preghiera per l’unità dei cristiani nella sera di venerdì 19 gennaio in Cattedrale si sono intrecciati tanti volti e tante voci. Ci siamo ritrovati parte della Chiesa che mendica dal suo Signore quell’unità che, già donata a Pasqua, richiede di essere scoperta, accolta e vissuta come frutto di un cammino di conversione personale e comunitario senza fine.
Cristiani. I volti delle persone delle delegazioni presenti, Ortodossi di Romania e di Pesaro, Luterani di Svezia, sono stati per tutti noi una luce che ci fa sentire parte del cammino di riconciliazione tra i cristiani in Europa. La testimonianza dei giovani, impegnati da anni in un rapporto di gemellaggio ecumenico e nel campo estivo ecumenico di Montorso giunto quest’anno alla sua decima edizione, ha allargato il cuore di tutti i partecipanti alle nuove generazioni e alla loro testimonianza cristiana nel mondo. Il cammino della Chiesa Cattolica verso il Sinodo sui giovani del 2018 può diventare un dono prezioso per tutte le Chiese cristiane.
Gemellaggi. La professione di fede, nella forma delle promesse battesimali, ha richiamato il comune fondamento nell’amore della Santissima Trinità. I testi biblici, assegnati dal sussidio ufficiale, hanno posto in evidenza il tema della liberazione dalla e dalle schiavitù ad opera di Dio. Schiavitù antiche e schiavitù nuove, come ha ricordato l’Arcivescovo nella sua omelia dedicata a descrivere lo stato di cose particolarmente preoccupante per il cammino di libertà delle nuove generazioni, nel mondo ma anche a Pesaro. Urge una nuova presa di coscienza del compito educativo che si presenta al mondo degli adulti, specialmente se motivati dalla fede in Gesù Cristo. La testimonianza di Francesca Federici, pesarese e da anni monaca clarissa in Nigeria, ha tratteggiato questa presa di coscienza come esperienza di condivisione e aiuto nel contesto di tante povertà e ingiustizie di questa zona del mondo, segnata da tanta varietà di appartenenze cristiane e fedi religiose diverse. Il gesto della preghiera con le perle della tradizione luterana svedese, la firma dell’impegno di gemellaggio tra la parrocchia di Tavullia e la parrocchia luterana di Vadstena (Svezia) hanno descritto una maniera creativa di dire la preghiera e la pratica dell’amicizia tra cristiani di diversa confessione.
Giovani. La testimonianza dei giovani ha posto un sigillo di verità e di futuro al cammino ecumenico in corso. La corale di Sant’Agostino ha portato in mezzo alla preghiera una forza di elevazione che ha aiutato tutta l’assemblea ad aprirsi ancora di più al cuore a Dio. Il gesto finale del ritrovarsi insieme per bere una bevanda calda e mangiare un dolce ha riportato la solennità dell’azione liturgica nel circuito della quotidianità fatta di parole, incontri, sguardi, accoglienza e desiderio di vivere insieme una stagione di fraternità ancora tutta da scrivere.