Gli intrecci e i conflitti tra il dato di fede e il dato scientifico appartengono al passato, così anche quelli fra l’ermeneutica (interpretazione) biblica e la scienza appartengono alla preistoria, non all’attualità. Sono dati paralleli che possono camminare insieme; chi li unisce, mantenendo la distinzione, è il soggetto che li pone, vale a dire l’uomo. Infatti è lui, proprio lui che ricerca, è lui che crede, sicché “la fede non impedisce al fedele di essere scienziato e la scienza non impedisce allo scienziato di avere la fede.” La Chiesa non ha paura della scienza. Alla domanda: “Perché la Santa Sede possiede una Specola?” ecco la risposta: “Per mostrare al mondo di oggi che la Chiesa è supporter della scienza ed è la via per incontrare Dio come creatore. È un tipo di preghiera”. Così ha spiegato l’attuale direttore della Specola Vaticana fr. Guy Consolmagno, gesuita, scienziato, studioso del sistema solare, che vive fra Vaticano e Tucson dove collabora con l’Università dell’Arizona. (vedi articolo a pag. 5) La Chiesa non ha paura nemmeno delle nuove scoperte scientifiche, anche papa Francesco spesso ripete di “non aver paura della verità, di aver fede nella fede.” E se per ipotesi ci fosse vita, secondo fr. Guy, lo studio dell’universo sarebbe ancora più interessante.
La fede non teme la scienza, bensì la considera come compagna di viaggio. Invece chi coltiva il cosiddetto pensiero scientifico, convinto che sia l’unica conoscenza possibile, ha paura della religione, la combatte, persino la ignora, più gravemente la annulla, depredando così anche la conoscenza umanistica e tutto l’ambito della spiritualità. Questa presunzione ideologica, di essere unica, fa il vuoto dove passa e diventa vincente fra la gente. E c’è chi teme che l’Occidente diventi la tomba di Dio, che il materialismo minacci la nostra madre terra. Secondo il direttore della Specola Vaticana, ci troviamo davanti alla frontiera del dialogo: se uno si convince che si può lavorare nel campo scientifico essendo credenti, allora è un successo. Infatti, la vita è molto più ricca con entrambe, scienza e religione; è un peccato se manca l’una o l’altra. Tutti siamo religiosi, anche gli atei, ma siamo anche tutti scienziati.
Raffaele Mazzoli