PELINGO DI ACQUALAGNA – Come ormai da tradizione, si è svolto lo scorso 2 giugno, guidato in prima persona dall’arcivescovo Tani, il 37° pellegrinaggio a piedi da Urbino al santuario di Santa Maria del Pelingo. Una bellissima giornata di sole ha fatto da cornice all’annuale appuntamento, che ormai da quattro anni è diventato un evento Diocesano, radunando pellegrini anche da zone della diocesi che in passato non partecipavano. La partenza è avvenuta alle 6:45 dal bivio dei Cappuccini con una prima sosta a Fermignano. La preghiera del rosario guidata da don Hugo l’ha fatta da padrone attraverso strade asfaltate, sentieri e veri e propri campi. Anche i canti, le letture di brani del Vangelo e le invocazioni alla Vergine hanno allietato il cammino, mentre il tradizionale ristoro di metà mattinata offerto dalle famiglie Marconi e Trufelli è stato ricco e generoso anche quest’anno, come ha sottolineato mons. Umberto Brambati, ideatore della marcia nata nei lontani anni ’80 tra giovani e poi ampliatasi sempre grazie alla caparbietà dell’allora parroco dell’Annunziata.
Alle 11:30, tra lo sventolio delle bandiere, i pellegrini sono giunti alla meta, con in testa il vescovo Giovanni e il piccolo Francesco, mascotte del gruppo, che ha portato la croce per tutto l’ultimo tratto. La messa di mezzogiorno, animata dal coro di Morciola, è stata celebrata insolitamente di fianco alla chiesa e non sul retro, perché sono in procinto di iniziare i lavori per la nuova ala interrata in cui in futuro si potranno celebrare messe con centinaia di posti a sedere. Il pellegrinaggio non è soltanto un momento di preghiera, canti, religiosità, movimento salutistico, ma anche e soprattutto riflessione sul cammino quotidiano, simbolo di quello eterno; è ringraziamento del dono del creato, compartecipazione dell’amore di Dio, e presa di coscienza della necessità di affidarci al Padre lungo tutta la nostra esistenza. Un saluto particolare è stato dato da don Umberto a Sergio Di Stefano, scomparso alcuni mesi fa, che ha sempre scortato con la sua macchina il pellegrinaggio, fornendo un supporto prezioso a livello logistico. Il parroco don Gianluigi ha invece ricordato la silenziosa ma costante presenza di don Clodoveo, mancato pochi giorni fa, come confessore e aiuto parrocchiale al Pelingo, invitando a pregare per le vocazioni. Il pellegrinaggio Urbino-Pelingo è ormai una realtà consolidata ma che potrebbe crescere enormemente: il percorso è assolutamente fattibile per tutti e affatto faticoso: è un’esperienza che tutti dovrebbero fare!
Giovanni Volponi