In una società come la nostra consumistica, edonista, stretta nel tempo presente, in cui è il mercato a stabilire la gerarchia dei valori, la domanda religiosa si è via via diradata e così la pratica. Non diciamo niente di nuovo. Questa è una sconfortante realtà sotto gli occhi di tutti, oggetto di discussione, di analisi per capirne le cause e cercare di limitarne i danni. Tuttavia, l’esperienza storica attuale più vasta ci offre indicazioni per certi versi sorprendenti. L’esperienza religiosa ha accompagnato costantemente il cammino dell’uomo in ogni epoca, esprimendosi con modalità e linguaggi diversi. Si calcola che circa l’80% della popolazione mondiale viva con un atteggiamento ‘religioso’ facendo riferimento ad un qualche tipo di fede. Inoltre continua a suscitare l’attenzione e la curiosità degli studiosi, magari interessati a qualche suo specifico aspetto comunque importante. Ma si guardano bene ad andare nelle profondità del problema, per non essere coinvolti, si fermano cioè ad aspetti di carattere etico, sociale e civile. Il motivo è che la domanda religiosa affonda in ogni essere umano al quale sempre e comunque chiede una risposta, per cui se lascia una fede cade fatalmente in un’altra.
Merita attenzione un recente studio condotto da Eleanor Power, del Santa Fe Institute, in cui in due villaggi dell’India sono praticate differenti religioni. L’antropologa ha analizzato le relazioni interpersonali degli abitanti per individuare le possibili correlazioni con le pratiche religiose. I dati raccolti hanno messo in evidenza che tali attività consentono ai partecipanti di ampliare e approfondire le conoscenze, di stabilire legami più forti. Gli atti religiosi, secondo Power, possono acquisire un senso notevole quando si guarda al loro beneficio sociale. La pratica religiosa, insomma, non solo influenza la possibilità di stringere relazioni, ma anche la capacità di far fronte alle incertezze, alle difficoltà della vita. Queste sue conclusioni confermano che la religione corrisponde ad una fondamentale attesa dell’uomo ed è pienamente conforme al cuore e alla mente e costruiscono la comunità. Chiudo citando uno storico famoso della civiltà classica del Mediterraneo, Plutarco: “è più facile trovare una città senza mura che una città senza tempio”.