URBINO – Fin dal V secolo la Chiesa il 25 marzo celebra la solennità dell’Annunciazione del Signore, il “sì” di Maria, una fanciulla di Nazareth, che ha cambiato la storia dell’umanità, il concepimento dell’uomo-Dio Gesù. La ricorrenza per la comunità parrocchiale dell’Annunziata è, appunto, festa patronale, preceduta da un triduo di preparazione. La messa solenne della festa, sabato scorso è stata presieduta dall’Arcivescovo, mons. Giovanni Tani.
Quest’anno la celebrazione, che ha visto una nutrita partecipazione di fedeli, ha assunto un carattere particolare in quanto, all’inizio della santa messa si è svolto il semplice ma devoto rito della “benedizione della chiesa”, a completamento di quello della “dedicazione dell’altare” avvenuto nel 2010, quando era parroco mons. Umberto Brambati. Nel suo saluto iniziale, il parroco don Andreas Fassa ha invitato ad elevare un riconoscente pensiero a mons. Ugo del Moro, “costruttore” e primo parroco di questa comunità extra muros, ed ai parroci che ne hanno continuato l’opera nell’impegno pastorale: mons. Brambati e mons. Sandro de Angeli. Riguardo al rito della benedizione della chiesa, don Andreas ha sottolineato che esso non è fine a se stesso, ma rimanda piuttosto alla benedizione di Dio sul popolo che lì, in quel luogo, celebra i sacramenti e vive la propria fede.
Mons. Tani ha introdotto l’omelia dicendo che «stiamo celebrando la volontà di Dio concretizzata nella libertà umile, semplice e pia di Maria». Quindi l’Arcivescovo ha descritto la pala d’altare, un mosaico che riprende la famosa tela dell’Annunciazione dell’artista urbinate Federico Barocci, una autorevole copia della quale può essere ammirata nella cappella urbinate della Basilica di Loreto. alla finestra della casa della Vergine si intravedono i torricini di Urbino, quasi ad indicare “teologicamente” che il Signore chiama a compiere la sua volontà non solo a Nazareth, in ogni luogo ed in ogni tempo. Ogni uomo, ogni cristiano, anche oggi ad Urbino è chiamato a dire al Signore, proprio come Maria: «Eccomi, avvenga di me secondo la tua volontà, perché sono convinto che solo la tua volontà, il tuo criterio è più bello, più vero e più gioioso del mio». E questo ci fa a volte paura, tanto che arriviamo persino a rivolgerci al Signore chiedendogli di “pensarci di meno” e di guardare anche al resto dell’umanità. Ma a conforto e sostegno della nostra pochezza e fragilità interviene ancora una volta la parola dell’Arcangelo Gabriele: «Nulla è impossibile a Dio»…
Al termine della celebrazione nel salone parrocchiale la comunità ha continuato la festa, ritrovandosi per un fraterno momento agapico, per condividere quanto i parrocchiani stessi con generosità avevano preparato ed offerto.
Massimiliano Baldelli