
IL COMITATO FECE RISORGERE LA MASCHERA DI Rabachèn
Carnevale: 60 anni di storia per merito delle parrocchie
PESARO – Il Carnevale dei ragazzi ha descritto, fin dal 1958, una lunga striscia vincente ed ora va al traguardo del 60^ compleanno per confermare una vitalità eccezionale che davvero molto vale. Il Comitato organizzatore, presieduto da Alfredo Caldari, si è mosso per tempo creando un clima di palpitante attesa. Come sarà l’edizione del 26 febbraio, contrassegnata dal prestigioso numero 60? Sicuramente all’altezza della miglior tradizione con alcuni motivi di interesse in più.La festa avrà il suo epilogo nella piazza grande con il saluto di suggello di Rabachèn, pesarese a tutto tondo, grande estimatore del vernacolo, re del carnevale.
Dal passato il presente
Sfogliando l’opera omnia di Odoardo Giansanti, edita nel 1934 dalla Tipografia Nobili, è possibile trarre notizie di estremo interesse attraverso la poesia “Dialogo fra Pasqualon e Rabachèn”. Fin dal 1874 si era costituita, in Pesaro, la Società Carnevalesca del Rabachèn con lo scopo di allestire divertimenti popolari con cortei, mascherate e veglioni. “Il comm. Andrea Raffaelli impersonava la figura del Rabachèn, principe dell’allegria e del buon umore. Nel Carnevale egli, con la sua augusta sposa, la signora Cagnèra, e seguito da tutta la sua splendida corte di ministri, dame d’onore, aiutanti, guardie e paggi, faceva il suo ingresso trionfale in città. Poi nel veglione di chiusura distribuiva, con rara munificenza, croci, commende, fasce e cordoni di vari ordini cavallereschi, ai più benemeriti soci presenti”.
Anche Enrico Coli, nei suoi quaderni di cronaca del 1963, dal titolo “Pesaro: gli uomini che la illustrarono, gli spettacoli che la divertirono”, riporta le stesse informazioni aggiungendo che…”ora Rabachèn è risorto da sei anni ma questa volta per dar vita ad un carnevale dei fanciulli con carri allegorici a cura delle Parrocchie…”
La rinascita di Rabachèn
Nel 1958 si costituì, infatti, il “Comitato carnevale dei ragazzi”, patrocinato dal vescovo monsignor Luigi Carlo Borromeo, composto da Gino Filippucci, Aldo Bui, Marzio Manfredini, Orlando Ghirlanda, Wether Bettini, don Silvano Pierbattisti,
Renzo Paci, Antonio Nicòli, nonchè qualificati cittadini componenti le varie giurie.
Così Nicòli: “Nella prima riunione nacque l’idea di far risorgere dalle ceneri il personaggio di Rabachèn che, nello spirito del lontano ottocento, apriva la sfilata su un carro allegorico o su un ‘landau’ tirato da focosi cavalli e circondato da mascherate varie. Nello stesso anno venne ideato il costume di Rabachèn: alto cappello a cilindro, giacca a coda di rondine rossa, pantaloni neri a righe bianche, fascia con i colori di Pesaro in vita, medaglie di …cioccolata al petto”. E’ di qualche anno dopo il ‘matrimonio’ di Rabachèn con la signora Cagnèra che nasce o …rinasce alla fine degli anni ’70 per costituire con lui una coppia indissolubile. Veste una gonna rossa con nastri e, in fondo, pizzone, camicia bianca con bavero largo, giacchino nero di velluto, cappello rosso con fiori e nastri, mascherina al volto.
Il ruolo degli oratori
Una voce autorevole, insostituibile, mai sufficientemente lodata, è quella delle Comunità parrocchiali che, superando difficoltà di ogni genere, riescono a coagulare l’interesse dei fanciulli e delle famiglie per proporre allegorie dalle molte valenze.
E così i locali attigui alle chiese diventano cantieri di lavoro per consentire alla fantasia, alla creatività, alla manipolazione di ottenere il massimo risultato con…il minimo a disposizione. Ecco “l’albo d’oro” delle Comunità presenti, dalla 1^ alla 59^ edizione: S. Maria di Loreto 43 volte, S. Martino 35, S. Carlo Borromeo 30, S. Cuore di Soria 29, S. Agostino 28, S. Maria del Porto 27, S. Maria delle Fabbrecce 26, Cristo Re 24, S. Giuseppe e S. Pietro in Calibano 23, S. Lucia 21, S. Terenzio di Cattabrighe e S. Croce 20, AIAS, S. Veneranda e S. Cassiano 19, Cappuccini 18, S. Luigi 17, Duomo e Candelara 13, S. Paolo 12, Trebbiantico 11, , Cristo Risorto e Villa Ceccolini 9, Casa di Rieducazione, Comunità di via del Seminario e Novilara 5, Montelabbate, Villagrande e Mombaroccio 4, S. Maria dell’Arzilla, Madonna delle Grazie, S. Giovanni, Colombarone, Tre Ponti – Roncaglia – Babbucce – Case Bruciate 3, Borgo S. Maria, Collegio Zandonai, Ass.ne Scout, Ass.ne Peruviana, 3^ Età Maria Rossi, San Giovanni Battista di Gradara 2, Avis Pesaro, Avis Gradara, Center Stage, Scuola Infanzia Gulliver, Suore Missionarie della Fanciullezza, Apsella, Montegaudio, Ass.ne Quadrifoglio, Ass.ne Nuovo Mondo, Gruppo Mamma felice, Scuola materna Rito Selvaggi, Scuola materna Peter Pan, Scuola media Manzoni, Sport Village 1.
Le maschere tradizionali
L’Associazione nazionale Giacche Verdi si fa carico di invitare, con mirabile spirito di collaborazione,, già da tempo, le maschere italiane, di ieri e di sempre, che fanno corona a Rabachèn per rendere l’atmosfera ancor più festosa: Arlecchino, Pulcinella, Colombina, Rosaura, Florindo, Pantalone, Balanzone, Gianduia, Fagiolino…