Per fortuna ricomincia la scuola. Ci torneranno anche le bambine che litigano e strillano sotto le mie finestre; certo che continueranno a strillare e litigare, ma almeno lontano dalle mie orecchie. Il pomeriggio poi, con l’impegno dei compiti, terranno la bocca chiusa. Sarà ospite delle aule anche il teppistello che con la marmitta del motorino aperta scorrazza per le strade assordando i passanti. I giorni scorsi l’ho raggiunto al semaforo e gli ho urlato: “Io non ce l’ho con te, ma con tuo padre che ti fa circolare in questo modo”. Il passeggero dello scooter di rimando mi ha detto: “E’ orfano”. Sono ancora in grado di apprezzare una battuta e mi sono messo a ridere.
A proposito avete notato che il numero dei moto fracassoni è fortemente diminuito? Vorrei pensare che a scuola gli abbiano insegnato a non disturbare il prossimo. Con l’inizio delle lezioni si riaprono anche le ‘chat’ delle mamme, in teoria progettate per organizzare compleanni e scambi di informazioni essenziali, ma in pratica per criticare le maestre. I compiti sono sempre troppi o pochi, molto facili o difficili, mai giusti. La maestra è eccessivamente arrendevole o molto severa. Mai equa. I quotidiani sono pieni di titoli con “cara scuola” nel senso che i libri sono eccessivamente costosi. È verissimo, dopo aver speso 200 € per un paio di scarpe non ci si può permettere di spenderne 60 per un paio di libri di testo. Certo sui quotidiani ci sono cifre molto diverse, infatti nel conto ci sono anche tre dizionari, l’atlante geografico ed un diario all’ultima moda.
Dimenticavo l’astuccio con tanti colori che Raffaello non ne ha mai avuti e lo zainetto con gli ultimi personaggi dei fumetti. Il carico di libri è inversamente proporzionale all’età ed al livello degli studi: Maxizaino alle elementari, una sacca alle scuole medie, una cinghia con due testi alle superiori ed un minuscolo notes all’Università. Perché? Misteri della vita e della cultura.
Alvaro Coli