URBINO – Nella vigilia di Pentecoste, la Chiesa di Urbino ha vissuto un grande giorno di letizia perché una sua figlia, ovvero una suora del monastero delle Clarisse, ha professato il suo legame perpetuo con il Signore. Questo monastero è sempre stato per gli urbinati e dintorni un punto di riferimento, di preghiera e di formazione; una luce che ha rischiarato le tenebre di tanti cuori e illuminato le menti di molti dubbiosi; una meta sicura dove trovare forza e spinta per il futuro, un faro anche per tanti giovani e per alcuni studenti universitari. Un giorno di festa quindi, e di lode, in cui molti sacerdoti e frati, insieme alle monache di Santa Chiara e tanti fedeli, amici e parenti, hanno accompagnato con gioia e commozione, il “si” definitivo di Sara a Gesù. «Finisce un tempo di ricerca, di discernimento, fatto di sequela e di passi giornalieri», ha detto rivolto a sr. Maria Sara, Mons. Tani, «e inizia un tempo caratterizzato da un “sempre” detto a Colui che hai incontrato e che ti ha detto, “Seguimi!” e che ora ti dice: “Maria Sara, mi ami?”, ben sapendo che Lui ti assicura il suo amore unico, assoluto, fino alla fine. Lo Spirito Santo, ossia l’amore del Padre e del Figlio, rimarrà con te per “sempre”. Lo Spirito che ha posto in te la prima intuizione per questa vita, non ti abbandonerà mai e su questa certezza puoi dire il tuo si ad ogni momento presente nel quale giochi la tua vita, nell’amare Dio e nel camminare con i fratelli e le sorelle». L’avventura di Sara è iniziata qui ad Urbino, durante il primo anno di Università che ha concluso con il massimo dei voti, di seguito un Master alla Bocconi, quindi un buon posto di lavoro, poi… poi la grande chiamata. Come talvolta è travolgente l’amor umano, ancor più per lei è stato quello di Dio. Nel 2008 entra in monastero e nel 2010 professa i primi voti in quel Dio che l’ha sempre accompagnata e seguita fino a questo giorno, fino a questa scelta di consacrarsi a Lui, proclamata davanti all’Arcivescovo e alla Madre Abbadessa. La preghiera litanica ha sostenuto sr. Maria Sara nel dono di sé al Padre, quindi Mons. Tani l’ha benedetta con tre segni di croce che è l’apice del rito con cui la Chiesa sigilla la professione; poi la candidata, ponendo le sue mani in quelle della Madre del monastero, ha reso visibile l’offerta della propria vita al Signore, cui è seguita la sottoscrizione sull’altare, della professione solenne. Di seguito, l’Arcivescovo le ha consegnato l’anello nuziale e l’ha affidata alla fraternità delle Clarisse. I genitori Marco e Maria Fabiola, visibilmente commossi, non hanno nascosto la sofferta preoccupazione per il distacco e la lontananza, ma anche la scelta convinta, consapevole e gioiosa della loro figlia. Il coro del Duomo ha reso ancor più solenne, con canti e musiche, il suggestivo rito eucaristico.
Giuseppe Magnanelli
Sono felice! Penso che queste due semplici parole siano quelle che meglio descrivono il mio stato d’animo nel giorno unico e meraviglioso del mio sì per sempre a Gesù. Sabato pomeriggio con la celebrazione della mia professione solenne ho provato infatti una GIOIA immensa e fortissima: la GIOIA che nasce dal soffio dello Spirito Santo che continuamente apre orizzonti sconfinati e sempre nuovi e dona all’uomo di ogni tempo e luogo di annunciare e testimoniare con la propria vita l’Amore smisurato del Padre delle Misericordie.
Tanti i doni ricevuti in questo tempo di Grazia per i quali sento di voler ringraziare il Padre ma il dono più bello che mi porterò per sempre nel cuore è quello di aver potuto condividere questa grande e smisurata EMOZIONE con le persone a me più care: le sorelle della mia fraternità, i miei parenti e i miei amici, i sacerdoti che mi hanno accompagnato in questo cammino di sequela di Gesù e tutta la comunità diocesana raccolta per questa specialissima occasione intorno al suo Vescovo.
Sr. Maria Sara, Sorella Povera per sempre