URBINO – La Professione Solenne è un evento che coinvolge non soltanto la comunità religiosa interessata ma anche il contesto civile in cui tale comunità è presente ed opera. L’avvenimento è ancora più sentito e partecipato quando riguarda le Clarisse la cui presenza ad Urbino è già radicata al tempo del Duca Federico da Montefeltro, che si adoperò in maniera convinta al loro sostentamento ed alla loro missione, creando quel capolavoro architettonico che il monastero di Santa Chiara intra moenia. Gli urbinati che nel corso dei secoli non hanno mai fatto mancare il loro affetto e la loro attenzione nei confronti delle monache, cui sono sempre stati legatissimi, tanto è vero che quando, nel 1866, con la legge di soppressione degli enti religiosi e l’incameramento dei loro beni da parte del demanio statale, furono costrette ad abbandonare il monastero, si mobilitarono per dare alle suore una nuova struttura che, proprio grazie alla donazione del terreno fatta da un privato cittadino, venne costruita extra moenia, dove sorge tuttora. Il rito per la Professione Solenne di Suor Maria Sara si terrà sabato 14 maggio in Duomo, secondo il desiderio dell’arcivescovo Giovanni Tani che presiederà la cerimonia, sia per dare risalto all’evento sia per permettere la più ampia partecipazione, che non sarà riservata soltanto alle clarisse e ai religiosi in genere, ma riguarderà la città ed il territorio, perché saranno in tanti a voler condividere la gioia di questo momento che suggella l’incontro di una giovane con Dio. Un riscontro si è già avuto nell’incontro tenutosi martedì 19 aprile nella grande biblioteca del monastero affollatissima all’inverosimile di gente ogni età compresi molti giovani nel cui volto si leggeva lo stupore e l’incanto per la scelta di vita di una loro coetanea. In tanti hanno accolto l’invito a partecipare alla Veglia di Preghiera, animata dalla Fraternità di Romena, nel casentino, promossa dalle Clarisse col desiderio di preparare la mente e il cuore ad accogliere il grande dono della Professione Solenne di Suor Maria Sara. Ed è stata proprio lei ad aprire l’incontro raccontandosi e trasmettendo l’emozione e la gioia di vivere questo momento. La serata è stata condotta da don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, che ha parlato, letto, suonato, cantato, offerto immagini dalle quali, pur nel loro silenzio, usciva un frastuono assordante, che trascinava. Tre sono state le parole su cui don Luigi ha intrattenuto l’attentissimo pubblico. Misericordia: ”Il rancore non distrugge quello verso cui lo provi, ma te”; Gioia: ”Una parola che non ha il contrario”; Amore:”Non chiudete tutte le porte, la tristezza non esce, la gioia non entra; sono i gesti che fanno l’amore; il punto più alto dell’amore è la tenerezza”. “Dio cammina a piedi” è il titolo dell’opuscolo, con testi di don Luigi Verdi, che ha segnato l’itinerario della serata. CONTINUA…
giancarlo di ludovico