Biotestamento – Le associazioni pesaresi non ci stanno
La legalizzazione e generalizzazione delle direttive anticipate, (DAT o testamento biologico) approvato lo scorso 15 febbraio dal Consiglio Comunale di Pesaro, rischia di configurare una possibile apertura all’eutanasia. Si vorrebbe, infatti, sancire il diritto del cittadino a disporre anticipatamente della propria vita quando non potrà più decidere di sé. Storicamente non si può ignorare il nesso che si è configurato tra il cosiddetto diritto a morire e le direttive anticipate. Ciò che ci sembra urgente è che venga confermato un clima di fiducia nella relazione tra medico e paziente e sia ribadito che la società ha il dovere di garantire forme di assistenza sociale e medica, proporzionate e adeguate a tutti coloro che non sono grado di provvedere a loro stessi.
Il venir meno della coscienza non toglie assolutamente dignità o valore alla vita umana e il principio democratico della non disponibilità della vita alla volontà propria e altrui, che trova conferma nel reato di omicidio di consenziente e di istigazione al suicidio, potrebbe trovare un’adeguata conferma in una legge che ribadisca il valore e la dignità di ogni persona umana anche qualora non possedesse o perdesse la coscienza di sé: una legge che tuteli prima di tutto il diritto alla cura e all’assistenza, confermando il valore della solidarietà.
DA NOI I CITTADINI LI CURIAMO
Il Comune di Pesaro avrebbe dovuto votare per una legge siffatta, così e solo così si sarebbero rispettati i pesaresi che a oggi non stanno avendo quasi nessuna delle risposte di supporto e assistenza che una città civile meriterebbe di avere. Inconsistenti quei consiglieri che per rafforzare la loro debolezza argomentativa, e in taluni casi totale ignoranza scientifica e culturale, si sono appellati al fatto che “BEN 150 COMUNI ITALIANI e il Friuli Venezia Giulia hanno un registro DAT”. Dimenticano costoro di dirci che i rimanenti 8.350 Comuni e le restanti 19 Regioni non ce l’hanno. Ingiustificati coloro che hanno ricordato in aula che siamo gli ultimi in Europa rispetto alla adozione delle DAT e che non ricordano che forse è perché noi in Italia i cittadini li curiamo, siamo anche secondi al mondo per una sanità che, pur con tanti difetti, fornisce cure gratuite ai suoi cittadini.
VITA NON DIGNITOSA?
Coloro che dicono che le DAT sono una “assicurazione contro l’incubo dello Stato Vegetativo”, come una consigliera, che poi ha aggiunto che “la vita artificiale non è dignitosa” sono ingiustificabili. Ovviamente la consigliera non sa che solo il 3% delle persone rianimate dopo un evento cerebrale acuto finirà in Stato Vegetativo. L’altro 97% tornerà a una piena coscienza e spesso guarigione completa. ORA per ALLORA non è la logica che guida la medicina che interviene qui e ora e che fornisce trattamenti adeguati a chi è in pericolo di vita e che FORSE nel 3% dei casi potrebbe dopo il coma esitare in uno stato di disturbo della coscienza e diventare così un cittadino bisognoso della massima assistenza. Per coloro che hanno votato a favore delle DAT non esiste fiducia nella medicina, fiducia nel medico, fiducia nei progressi della scienza. E così la vita di chi non è autosufficiente, oltre un milione di persone con malattia di Alzheimer in Italia per esempio, diventa una vita non dignitosa.
E INTANTO I MALATI VANNO FUORI PESARO
E’ dignitosa forse solo la vita di chi è sano, in forma, consenziente, produttivo? Questa è l’idea di società di una classe politica che avendo votato con entusiasmo per le DAT dimostra di non saper appoggiare i più fragili e bisognosi di cure ed assistenza. Altro che ascoltare migliaia di pesaresi che vogliono le DAT, il Consiglio Comunale in maniera nemmeno troppo competente, ha approvato a Pesaro direttive anticipate di sospensione di trattamento, dimenticandosi che non ha mai deliberato una documento in cui garantisce OGNI POSSIBILE TRATTAMENTO, e infatti le persone pesaresi in stato vegetativo sono a Macerata Feltria, ad Ascoli Piceno, o a casa presso famiglie abbandonate dal Comune di Pesaro e dai servizi che non ci sono. Certo che la vita non è dignitosa e che sarebbe meglio se un cittadino avesse chiesto di morire, questo farebbe continuare a risparmiare un Comune che brilla di lustrini pop ma non sa mettere lampadine.
SCENARI IMPREVEDIBILI
L’approvazione a Pesaro delle DAT, che peraltro sono un mero orientamento per il medico e che comunque non solo non lo vincolano in nessun modo ma che in Italia non hanno nessun valore giuridico, non potrà farci dimenticare che le leggi, nel tempo, determinano i costumi e gli atteggiamenti degli uomini e noi come Associazioni che lavorano davvero CON e PER i cittadini pesaresi, di ogni colore politico e di ogni fede, sentiamo la responsabilità di non ignorare i possibili scenari futuri che, al di là delle buone intenzioni, una mozione sulle direttive anticipate potrà determinare nel lungo periodo, non solo a Pesaro ma nel nostro civile Paese.
Acli – Associazione Cristiana Lavoratori Italiani (Pesaro e Urbino); Aimc – Associazione Italiana Maestri Cattolici (Pesaro); Marco Maggioli (malato di Sla); Age – Associazione Genitori (Pesaro); Amci – Associazione Medici Cattolici Italiani – Pesaro; Anmic – Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili (Regione Marche); Anolf – Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere (Pesaro e Urbino); Anteas – Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà (Pesaro); Arca delle Idee Onlus – (Pesaro e Urbino); Cav – Centro di Aiuto alla Vita (Pesaro); Forum delle Associazioni Familiari (Pesaro e Urbino); Fraternità S. Francesco (Pesaro); Gli Amici di Andrea Onlus (Pesaro); Masci (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani); Mcl – Movimento Cristiano Lavoratori (Pesaro); Medicina e Persona Associazione (Pesaro); MpV – Movimento per la Vita (Pesaro e Urbino); Rns – Rinnovamento nello Spirito (Pesaro); Scienza & Vita (Pesaro e Urbino); Sidef – Sindacato delle Famiglie (Pesaro e Urbino); Unitalsi – Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (Pesaro)