Suor M. Bonfiglia monaca da 70 anni
Avevamo chiuso l’ultimo numero del 2015 con la professione semplice di una novizia agostiniana, suor Valeria; apriamo il 2016 con la lode al Signore per 70 anni di vita religiosa di suor M. Bonfiglia, serva di Maria. Tutta la Redazione de “Il Nuovo Amico” si unisce volentieri alla comunità monastica di Sant’Angelo in Vado.
SANT’ANGELO IN VADO. Da poco più di un anno, le nostre due comunità di monache Serve di Maria di Sant’Angelo in Vado e di Pesaro vivono insieme a Sant’Angelo, mentre il monastero pesarese continua in altra forma la sua presenza, grazie ad una “casa famiglia” dell’associazione Papa Giovanni XXIII che dal mese di giugno 2015, in quel luogo per noi benedetto, vive ed opera.
Dopo le inevitabili fatiche di un esodo, di un distacco ovviamente non indolore, adesso sperimentiamo una nuova stagione di grazia, un nuovo inizio per tutte e due le realtà, una nuova opportunità del Signore che, in modi imprevisti, rinnova la sua chiamata. Stiamo provando a gustare la bellezza del mettere insieme i diversi doni, dello scoprire le ricchezze di varie esperienze, del costruire insieme fraternità quale sfida sempre antica e sempre nuova. In questo contesto, e certamente non a caso, la nostra sorella più anziana, ultra novantenne, proveniente appunto dal monastero di Pesaro, ha compiuto i suoi settant’anni di vita monastica, ricorrenza che abbiamo desiderato celebrare con l’Eucaristia di ringraziamento nella festa dei Beati e Santi dell’ordine dei Servi di Maria, il 16 novembre, proprio il giorno del suo ingresso nel lontano 1945.
Come poter narrare la gioia di suor Maria Bonfiglia? Due occhi luminosi in un fragile corpo in tutto dipendente, una mente abbastanza vigile che sa ancora scrutare i intuire le sorelle, un cuore infinitamente grato al Signore e alla fraternità. La sua è per noi una testimonianza di vita realizzata, donata per le sorelle di comunità come per le tante persone incontrate, verso le quali ha esercitato una vera maternità spirituale.
E ora – ci diceva – vorrebbe gridare a tutti la sua felicità trovata nel dono totale di sé, nell’attenzione al bisogno dell’altro che, nella nostra specifica vocazione si fa preghiera, spazio per l’agire di Dio. Infatti, una monaca gioca la sua vita essenzialmente sulla certezza di fede che il Signore è signore della propria esistenza, della storia, del creato. Tutta la lotta quotidiana è “per permettergli di essere signore”. Come è stato per la Vergine Maria cui ci ispiriamo, piccola e grande donna di fede, di sapienza, di umanità compiuta.
La nostra sorella Maria Bonfiglia ci ricorda allora che il cammino può essere spedito e gioioso perché sostenuto da una grande fiducia in Lui, da un quotidiano vissuto in costante relazione di amicizia con Cristo Gesù, da una obbedienza liberante alla vita e a tutte le mediazioni. E ce lo ricorda con il suo silenzio, il suo sorriso, la sua rara parola.
Una testimonianza così bella e consolante possiamo tenerla soltanto per noi, senza anche offrirla e condividerla? Ci è sembrato così un piccolo gesto di più ampia fraternità scrivere queste poche righe per i lettori de “Il Nuovo Amico”.
Le monache Serve di Maria