URBINO – Un duomo affollato fuori orario, nel pomeriggio di domenica scorsa, ha fatto da cornice alla presentazione di un lavoro editoriale del giovane urbinate Giovanni Volponi, studente in Medicina che cura, già da anni, molteplici interessi (collezionista di presepi, consigliere della Pro Urbino, poeta dialettale, collaboratore di alcuni giornali). Il libro, piccolo ma concentrato, ha un titolo che da solo ne indica il contenuto: “Protezione sulla Città Tutta. Le edicole votive di Urbino”; in esso l’autore, attraverso opportune indagini storiche, artistiche e testimonianze di cittadini, traccia un censimento, approfondito anche se non esaustivo, delle edicolette votive presenti nel centro storico cittadino, oggi identificato nel Duomo, ma fino a pochi anni fa diviso in più parrocchie; queste edicole, chiamate anche “maestadine” o “tabernacoli” o “madonnelle”, sono strutture, di piccole dimensioni, aggettanti o rientranti rispetto ad una parete muraria esterna di un edificio privato o anche poggiate su un basamento o piedistallo, aventi all’interno un’immagine o una statuetta o una icona sacra, più spesso riferita alla Madonna, e che hanno comunque l’aspetto di un tempietto votivo, da qui il termine (piccola casa). Ve ne sono 36, e sono la testimonianza della religiosità, della devozione, della speranza e dell’affidamento popolare verso la divinità o il santo preferito; proprietari sono le famiglie dell’abitazione su cui sorgono, e ad esse ne spetta il mantenimento, la cura e l’illuminazione; occorre rimarcare che le condizioni strutturali di questi manufatti sono a volte buone ma più spesso degradate, sia perché le abitazioni sono state oggetto di modifiche nel tempo sia perché gli stessi proprietari hanno cambiato residenza, o sono nel frattempo scomparsi; del resto la stessa Chiesa non si è mai direttamente occupata della loro manutenzione, il che conferma ulteriormente che la devozione popolare è alla base della idea stessa del manufatto; in proposito si auspica che chi di dovere se ne occupi a fondo, per non perderne il valore storico artistico, seppur modesto, e soprattutto religioso, che l’abbandono abitativo del Centro storico ha contribuito purtroppo a creare. Con questa pubblicazione Volponi ha prodotto un lavoro originale, dettagliato, singolare, utile e curioso, anche perché molte notizie sono state raccolte direttamente dai proprietari o dai curatori delle edicolette. Sono intervenuti S.E. l’Arcivescovo Tani, il parroco del Duomo don Andreas, Attilio Fini per la Pro Urbino e il prof. Inzerillo storico dell’Arte, che ha illustrato un’opera di Ottaviano Nelli presente nella cappellina di S. Gaetano; tutti si sono congratulati col giovane autore, auspicando una sua seconda fatica sulle edicole fuori porta.
M. V.