DUE SACERDOTI PESARESI FRESCHI DI LAUREA E DOTTORATO
Per don Peppe e Digio gli esami non finiscono mai
PESARO- Don Marco Di Giorgio (classe 1960), parroco di San Luigi Gonzaga e direttore della Caritas diocesana, ha conseguito il 22 maggio scorso il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Anche Don Giuseppe Fabbrini (classe 1958), parroco della parrocchia di Loreto e responsabile della Pastorale degli oratori, ha recentemente conseguito un master in “Progettazione, Gestione e Coordinamento dell’Oratorio” presso l’Università degli studi di Perugia. Percorsi di studio e motivazioni differenti mossi entrambi da un comune denominatore: l’amore per il Vangelo. Ecco le loro risposte in questa simpatica intervista “doppia” alla quale si sono prestati!
Cominciamo dai titoli che avete conseguito e dalle tesi che avete condotto…
DIGIO Io ho conseguito un dottorato in “Teologia Biblica” presso la Pontifica università Gregoriana, con una tesi intitolata “Babilonia nell’Apocalisse“, uno studio sulla figura di Babilonia rapportata anche al mondo moderno ed alla società attuale.
DON PEPPE Io invece ho conseguito un master in “Progettazione, Gestione e Coordinamento dell’Oratorio” con una tesi dal titolo “Nuova evangelizzazione – La persona al centro“. E’ un master nuovissimo, siamo solo al secondo anno di iscrizione, e rappresenta in qualche modo una sfida che la Chiesa ha lanciato all’Università italiana, ossia formare e preparare figure professionali in grado di saper gestire i vari aspetti educativi e formativi di un oratorio.
Come in concreto questi percorsi potranno migliorare il vostro impegno pastorale?
DON PEPPE La scelta del titolo della tesi, legato alla persona ed alla centralità della stessa, è per un certo verso il frutto e per l’altro la partenza di una progettualità legata alla pastorale degli oratori. Analizzo l’importanza per la nostra società nel porre la persona al centro, sia in merito al progetto educativo di un oratorio, che alla società nella sua complessità e globalità. Quando la persona è posta al centro, infatti, emergono tutti i valori cristiani legati alla quotidianità come l’accoglienza, l’ascolto o l’accompagnamento, inoltre al tempo stesso puoi anche permetterti di pensare a progetti personalizzati, legati alle specifiche esigenze educative e formative. Ad esempio, il progetto della pastorale degli oratori prevede l’assegnazione, per ogni gruppo e fascia d’età, di persone provenienti da differenti parti del mondo, che presenteranno le proprie culture, le proprie religioni, le usanze ed i cibi. Già pensiamo ad una serata conclusiva a Pesaro chiamata “Exporatorio” in cui verranno presentati tutti i lavori e gli elaborati dei ragazzi, assieme alle persone che li hanno guidati alla scoperta della propria cultura.
DIGIO Il mio studio della scrittura invece non è nato da un progetto di base, ma è stato motivato dal semplice interesse di studio nei confronti del libro dell’Apocalisse, uno dei libri più complessi della Bibbia che mi ha sempre affascinato proprio per la capacità di parlare e di leggere la società attuale, fornendo dei veri e propri criteri di lettura della storia. Analizzando e studiando la figura di Babilonia, infatti, mi sono reso conto di quanto questa sia attuale, con la lettura di un mondo in cui, per citare Don Giuseppe, al centro non è posta la persona o Dio, ma piuttosto l’economia e la ricerca insensata e incondizionata del profitto. In pratica parla di una società costruita a prescindere dalla religiosità, in cui le persone vengono mercificate e considerate dei veri e propri prodotti. Sembra parli in lunghi tratti della società attuale, da cui nasce la legittima domanda “Nel mondo di oggi, quanto è presente Babilonia?“. Da questa analisi credo si possano e si debbano trovare dei risvolti anche per la Caritas, fornendo dei criteri di lettura della società utili ad impostare una pastorale della carità, perchè non dobbiamo solo curare i poveri, ma soprattutto tentare di eliminare le cause che generano la povertà.
Quale importanza ha, nella società attuale, la forza, la costanza e l’impegno nel cercare un continuo aggiornamento per poter svolgere in modo migliore l’opera a cui si è chiamati?
DON PEPPE Credo che la ricerca di un miglioramento continuo sia giusto e naturale per chi svolge un servizio, ma è anche un piacere personale. Non si tratta, infatti, solo di acquisire delle competenze, in quanto le azioni che andiamo a svolgere quotidianamente non sono semplici applicazioni di regole o nozionismo, ma piuttosto è fondamentale possedere dei criteri di lettura della realtà secondo il piano in cui si è chiamati ad operare. Ad esempio, nella pastorale dell’oratorio è necessario possedere il piano di lettura per questa specifica realtà, che è un luogo ed un contesto caratterizzato da domande, e quindi da continua ricerca. Ogni progetto, quindi, parte dall’ascolto delle domande e delle esigenze delle persone, e serve una lettura chiara per operare in modo valido, ed educativo, ma soprattutto consono alle domande. La risposta spesso è presente nel percorso di ricerca che avviamo per trovarla.
DIGIO Aggiungo anche alle parole di Don Giuseppe, che condivido pienamente, il valore dell’arricchimento personale. In una società in cui spesso si è appiattiti sulle incombenze e sugli impegni, il ritagliarsi il tempo per approfondire, scavare ed andare in profondità su determinati argomenti, porta a vivere la quotidianità con maggiore passione, curiosità e capacità di dialogo.
Come avete fatto a conciliare un percorso di studio così impegnativo con le molteplici incombenze della vita da sacerdote?
DIGIO Bisogna ritagliarsi del tempo tra i vari impegni; è sicuramente più difficile e faticoso, in quanto devi riuscire a non perdere il filo del ragionamento, però è anche l’unico modo. E con grande costanza e forza di volontà si riescono a gestire tutti gli impegni e le tempistiche.
DON PEPPE Condivido il pensiero di Don Marco, si “sacrifica” qualche sera, qualche notte, qualche vacanza, ma con costanza ed impegno si raggiunge l’obiettivo.
Il vostro percorso di studio si può considerare terminato oppure è previsto un altro passo?
DIGIO Per concludere l’iter burocratico del dottorato devo pubblicare la tesi, e quindi dedicherò del tempo per curarne il progetto. Poi si vedrà.
DON PEPPE Anche io sono stato contattato da una casa editrice che vorrebbe pubblicare la tesi. Adesso ne sto curando l’uscita inserendo alcuni progetti di oratorio per renderla meno teorico-tecnica e più applicativa. Per quel che riguarda il percorso futuro…siamo in meditazione.
A cura di Matteo Pierangeli
2 commenti
ABBIAMO IL COMPITO,OGNUNO DI NOI DI CONDIVIDERE,LE COSE BELLE CHE CI FANNO CRESCERE,CI ILLUMINANO!!!NON FINIREMO MAI DI RINGRAZIARVI
RINGRAZIAMO DI CUORE LE NOSTRE GUIDE SPIRITUALI