URBINO – Lunedì primo giugno Urbino festeggia il Patrono, San Crescentino. Un triduo predicato precederà la ricorrenza che sarà incentrata sulla celebrazione eucaristica che si terrà alle ore 17 nella Basilica Cattedrale presieduta dall’arcivescovo di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado, mons. Giovanni Tani, con la partecipazione del coro diocesano, cui seguirà la processione, con la statua del Santo, l’accompagnamento delle Confraternite cittadine con cappe e vessilli, delle autorità civili e militari e della banda musicale cittadina, che si snoderà lungo piazza Rinascimento, via Salvalai, corso Garibaldi, piazza della Repubblica, via Veneto, largo S. Crescentino e via Puccinotti.
Secondo una tarda tradizione Crescenziano subì insieme ad altri compagni il martirio nell’anno 303 sotto l’imperatore Diocleziano a Città di Castello e il suo corpo venne sepolto in località Pieve di Saddi. Ivi rimase per molti secoli fino a quando non venne trasportato in Urbino nell’anno 1068 dal Vescovo Mainardo.
La preziosa reliquia destinata ad ornare la Chiesa Urbinate fu ricevuta con grande onore il 18 dicembre 1068. Nel 1369 il sacro corpo del Santo fu trasportato nella Cattedrale e deposto sotto l’altare maggiore. Nel 1708 il Papa urbinate Clemente XI inviò in dono a San Crescentino un maestoso Altare ricco di marmi e di bronzi dorati. In quella occasione, dopo una grandiosa processione per la Città con l’urna del Santo, il corpo del martire fu deposto nel nuovo altare, ove tuttora si venera.
Grande fu sempre la devozione e l’attaccamento degli Urbinati verso il loro Patrono. Ne fanno fede gli Statuti della città di Urbino, dati alle stampe nel 1559 sotto Guidubaldo II, che nel Libro I, Rubrica I stabiliscono e ordinano che in questa festività ogni uomo o commerciante si astenga dal suo lavoro e a nessuno sia lecito tenere aperto il suo negozio senza il permesso dei Priori.
La Rubrica IIII sempre del Libro I ha come titolo:” Onori da attribuirsi al Beato Crescentino” e così recita.”Per rendere onore ai santi dai quali questa città è governata rettamente e pacificamente, stabiliamo ed ordiniamo che ogni anno, il primo di giugno, nella solennità del Beato Crescentino, patrono benevolo di questa città, sia ordinato per pubblico proclama che tutti i cittadini e quelli che hanno un incarico in città, sotto pena della privazione dell’attività per un anno, si procurino una fiaccola di cera dalla Fabbrica della Cattedrale con il pagamento di un solo bolognino e con questa si ritrovino nella chiesa di San Francesco. Con loro ci siano tutti i capitani delle Arti della città con doppieri,insegne e mantelli, i sindaci dei Comuni con i loro doppieri e le insegne: siano tenuti a recarsi lì anche il signor Luogotenente, i Priori, il Podestà della Città con due deputati che precedono con due ceri di almeno sette libbre per ognuno a spese dell’Illustrissimo Signor Duca e tutti in processione, con i lumi accesi,vadano in Cattedrale preceduti dalle chiarine .Qui offrano le fiaccole e i doppieri a onore e gloria del Patrono e per la salvezza di tutto il popolo.”
Infine la Rubrica V del Libro I aggiunge che il Signor Luogotenente, i Priori, il Podestà e i 40 Consiglieri, nelle festività di nostro Signore Gesù Cristo, della Beatissima Maria sempre Vergine e del glorioso Avvocato Crescentino, debbano partecipare all’Officio divino in Cattedrale,vestiti con gli abiti d’onore a secondo del grado e dell’incarico e rimanere al loro posto fino al termine della celebrazione.
Oggi le manifestazioni pubbliche si sono praticamente azzerate, ma a parere di molti sarebbe opportuno ripensare ad alcune iniziative significative da svolgersi in occasione della festa, quali incontri di studio per ricostruire la figura e la vita del Santo nonché la storia e le vicende della chiesa urbinate nei secoli oltre ad eventi quali concerti di cori diocesani e o di orchestre, gruppi, complessi di musica sacra e profana, e così via.
giancarlo di ludovico