URBINO – Domenica scorsa 3 maggio e lunedì 4 per la parrocchia del Duomo e, più in generale per l’Arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado sono stati giorni di grazia: ci ha fatto visita, infatti, la reliquia di Santa Bernadette Soubirous (la giovane veggente di Lourdes vissuta tra 1844 ed il 1879), che in queste settimane sta pellegrinando nelle diocesi marchigiane, grazie all’impegno dei volontari dell’Unitalsi. Arrivata domenica pomeriggio da Fano al santuario mariano del Pelingo, in serata è stata accolta ad Urbino a Porta Santa Lucia ed in processione è stata portata nella chiesa di Santo Spirito, dove è rimasta sino alle 17.15 di lunedì. Per tutta la giornata è stata meta della devozione di moltissimi fedeli, oltre che degli adoratori che ora dopo ora si alternano a Santo Spirito per l’adorazione eucaristica. Lunedì pomeriggio dopo aver pregato il Vespro si è snodata la processione che ha portato la reliquia della santa dalla chiesa dell’adorazione alla cattedrale, alla presenza di un nutrito gruppo di fedeli, dame e barellieri dell’Untalsi, e scortata da una pattuglia del Corpo di Polizia Locale, che ringraziamo per il puntuale servizio d’ordine.
In Duomo alle 18.30, dopo la preghiera del rosario ed il canto della Salve Regina, mons. Giovanni Tani ha presieduto la solenne eucaristia, concelebrata dal venerabile Capitolo della Cattedrale. È stato questo, senz’altro, il momento culminante della presenza di Santa Bernadette fra noi. Nell’omelia l’Arcivescovo, prendendo spunto dalle letture del giorno, ha sottolineato alcuni motivi per i quali la giovane di Massabielle è stata canonizzata, cioè additata dalla Chiesa come testimone della fede ed esempio di santità per tutto il popolo cristiano: non solo e non tanto perché ha visto la Madonna e da Lei ha raccolto alcuni messaggi, ma perché ha saputo nell’umiltà e nella perseveranza procedere passo dopo passo – non senza difficoltà a Massabielle prima ed in monastero a Nevers poi – nel suo cammino di conversione. Fu proprio la Vergine Maria, infatti, a dirle: «Non ti prometto la felicità di questo mondo, ma di quell’altro»; ed ella obbedì. E noi?
Al termine della celebrazione non poteva mancare il gesto del bacio della reliquia, cui i tantissimi fedeli presenti in Duomo si sono accostati con grande devozione e partecipazione. Un sentito e corale “grazie” va a quanti a vario titolo si sono impegnati donando il loro tempo per far riuscire al meglio questo evento di fede, preparando ed addobbando la Cattedrale e Santo Spirito, animando la liturgia con il canto e le preghiere, accompagnando anziani ed ammalati.
Don Andreas Fassa