URBINO – Siamo nel pieno del tempo di quaresima; all’inizio di aprile la Pasqua scandirà uno dei momenti più importanti dell’anno per noi fedeli in Cristo. Ma subito dopo, per l’esattezza dal 19 aprile, avrà inizio un altro lungo tempo di letizia speciale per la nostra arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. Con una celebrazione solenne nella concattedrale di Urbania, si darà ufficialmente inizio alla visita pastorale. Ne parliamo in un’intervista S. E. l’arcivescovo mons. Giovanni Tani, che gentilmente ci ha anticipato alcuni dettagli per meglio apprestarci a vivere questo tempo di grazia.
Eccellenza, innanzitutto come è nata la decisione della Visita?
<<Nel codice di diritto canonico è previsto l’obbligo di “visitare la diocesi ogni anno interamente o parzialmente, in modo che almeno ogni cinque anni si visiti tutta la diocesi”. Nel nostro caso, avevo intenzione fin da subito, appena insediatomi. Dopo la Missione Diocesana e la Mini-missione dello scorso autunno, il progetto si è poi concretizzato quest’anno a partire dal 19 aprile nell’unità pastorale di Urbania. L’intento principale è quello di incontrare più persone, gruppi, consigli e associazioni possibili, per incentivare la corresponsabilità dei laici alla vita della Chiesa. Le comunità saranno analizzate e incontrate in tutte le loro componenti, dai malati ai giovani, dalle famiglie ai lavoratori. In secondo luogo, si porrà l’accento sulle unità pastorali (le UP), essendo quelle l’unità di riferimento della visita, che sarà di un mese per ognuna.>>
Quali le date?
<<UP di Urbania: 19 aprile-17 maggio; UP Metauro 5-31 ottobre; UP Massa Trabaria 16 novembre-13 dicembre; nel 2016 invece toccherà a: UP Candigliano 11 gennaio-7 febbraio; UP Apsa 4 aprile-1 maggio; UP Foglia 3-30 ottobre; UP Urbino 31 ottobre-27 novembre.>>
Come si svolgerà il mese di Visita?
<<Inizierà e terminerà con una celebrazione; il mese prevede soprattutto incontri, colloqui, momenti di condivisione anche festosa. Ma anche visite agli ammalati, partecipazioni ai consigli pastorali, momenti con le istituzioni, tra le fabbriche, nelle scuole. Ogni unità pastorale organizzerà il proprio calendario, destinando parte del mese alle attività collettive e parte suddividendola nelle singole parrocchie, dove mi fermerò alcuni giorni ciascuna. Ci sarà, come da più antica tradizione, anche l’analisi della situazione amministrativa delle realtà parrocchiali. Al termine, farò una relazione al consiglio pastorale dell’unità ed un’altra a ogni parrocchia, in cui esporrò le conclusioni che ho tratto dal mio soggiorno e dai colloqui, e proporrò degli interventi se ci saranno degli aspetti da correggere o migliorare.>>
Chi la accompagnerà nella Visita?
<<Sarò coadiuvato, in alcuni momenti in cui potrò aver bisogno di assistenza, da alcune figure come il vicario generale, il moderatore dell’unità pastorale, il mio segretario, l’economo e il cancelliere. Ognuno darà il proprio contributo nell’aiutarmi ad analizzare il settore pastorale o amministrativo che gli compete, ma la gran parte dei momenti vedranno un faccia a faccia diretto tra me e il mio gregge, che siete voi tutti fedeli.>>
Cosa precederà il mese di ogni zona visitata?
<<Sono già stati recapitati all’unità di Urbania, e alle altre lo saranno prima del loro turno, due questionari preparatori: uno diretto all’unità pastorale, l’altro alle singole parrocchie. Il primo analizza gli aspetti della catechesi demandati alla circoscrizione dell’UP (giovani – famiglie – catechisti), il secondo invece vaglia i dati della parrocchia: le realtà presenti nel territorio, le altre pastorali, i dati statistici e amministrativi. I moderatori e i parroci, assieme coi consigli pastorali, li compileranno e lo faranno tornare a me entro l’inizio della visita, in modo da darmi una prima immagine di ciò che mi attende. Ovviamente i questionari rimarranno in archivio per sempre come preziosa testimonianza del volto della nostra diocesi negli anni 2015/2016.>>
C’è in mente qualcosa per unire la diocesi al termine della Visita?
<<Alla fine di tutto, e cioè a dicembre 2016, si potrebbe pensare a un sinodo diocesano conclusivo che metta a confronto tra loro e faccia interagire le varie realtà: la nostra arcidiocesi è piccola parte della Chiesa universale, quindi deve partire innanzitutto da noi un sentimento di unità fraterna che ci faccia sentire una cosa sola, almeno nel nostro territorio, tanto piccolo se paragonato al mondo intero.>>
Qual è il frutto che si vuole far crescere con questa iniziativa?
<<È bello e giusto porsi degli obiettivi: oltre a radicare la struttura e gli organi delle UP, che in futuro dovranno divenire sempre più sede di collaborazione tra parrocchie, la Visita sarà occasione preziosa per i laici per passare da semplice collaborazione coi sacerdoti, le religiose, i diaconi, alla corresponsabilità. Insieme ai movimenti e alle associazioni, i singoli laici devono sempre più entrare a far parte della gestione della pastorale, attraverso l’assunzione di precisi incarichi. La parola che deve rimanere è proprio quella: corresponsabilità.>>
Cosa consiglia nel frattempo per prepararsi spiritualmente all’evento?
<<Sono già cominciate le benedizioni delle famiglie: quest’anno i parroci consegneranno un opuscolo in cui scrivo varie riflessioni e anticipazioni sulla Visita Pastorale: spero che tutti lo leggano. In secondo luogo, come lettura veramente significativa per la nostra vita di cristiani, propongo la Evangelii Gaudium di papa Francesco: una bella idea sarebbe quella di leggerla anche in gruppi passo passo, per comprendere meglio il senso del laicato attivo nella comunità. Chiedo infine di aggiungere alle proprie preghiere una speciale intenzione per la Visita, affinché possa portare buoni frutti alla nostra chiesa di Urbino, Urbania e S. Angelo in Vado.>>
A cura di Giovanni Volponi