TESTAMENTO BIOLOGICO – IL DIBATTITO A PESARO
MAX TRESOLDI – “IO HO CAMBIATO IDEA MENTRE ERO IN COMA”
Ragazzi attenti, la vita è un dono
Un registro per il testamento biologico nel Comune di Pesaro. È molto scettico Max Tresoldi, il ragazzo di Carugarte risvegliatosi da un coma vegetativo lungo ben 10 anni.
Max a Pesaro è di casa avendo raccontato più volte il suo dramma e la rinascita. Ha portato la sua testimonianza nelle scuole, nei teatri e nelle sedi delle istituzioni di Pesaro. Lui stesso si definisce un “pesarese d’adozione”. L’ultima volta era presente insieme Mina Welby e Beppino Englaro al dibattito “Ai confini della vita” promosso da Lions Club Pesaro Host e Della Rovere. Era il mese di aprile del 2014. La storia di Max è ormai ben nota ed è stata più volte accostata alla vicenda analoga di Eluana Englaro. Entrambi in stato vegetativo a seguito di un incidente stradale e per di più nello stesso anno, il 1991. Entrambi avevano lasciato detto a familiari ed amici di non considerare vita lo stato vegetativo. Lo abbiamo intervistato insieme a sua madre Lucrezia.
Lucrezia se nel 1991 ci fosse stata una legge sul testamento biologico Max avrebbe dato indicazioni di non rianimarlo dopo l’incidente e di sospendere ogni tipo di cura?
Esatto e oggi non ci sarebbe più. Ne aveva parlato con sua sorella Barbara e con i suoi amici. Io però l’ho saputo solo dopo che si è risvegliato perché mia figlia non se l’è sentita di dirmelo.
Quando Max ha cambiato idea?
Già da quando era in stato vegetativo. In realtà era presente a se stesso ma non riusciva a comunicare. Lui non solo sentiva e vedeva tutto ma era anche felice perché sentiva l’amore della sua famiglia e degli amici. Max ha combattuto con le sue forze anche quando era in coma altrimenti oggi non ci sarebbe. Questo Max lo dice sempre ai ragazzi che incontra.
Cosa dice di preciso?
“Ragazzi state attenti perché la vita è un dono. Cercate di coltivare delle belle amicizie, di aiutare chi si trova in difficoltà perché sarà questo che darà un senso alla vita. Io sono fortunato perchè i miei amici nel momento del bisogno mi hanno aiutato”.
Oltre agli amici però l’aiuto dovrebbe arrivare anche dalle istituzioni. A Pesaro le associazioni sono intervenute sottolineando proprio che prima di parlare di testamento biologico il Comune dovrebbe sostenere concretamente le famiglie nei percorsi di lungodegenza.
Noi abitiamo a Carugate e sono sette anni che il Comune (15mila abitanti ndr) ci sta aiutando. All’inizio ci mandavano degli obiettori da una cooperativa per aiutare Max, ma non erano adeguati
E poi
Poi ho puntato i piedi. Ho fatto capire al Comune che occorreva un aiuto più specifico ed ho chiesto di dare un terzo del budget della cooperativa comunale al comitato per Max in modo da poter contare su un’assistenza su misura. Dapprima hanno detto che non potevano farlo ma poi l’assessore si è reso conto che la richiesta era fattibile. Oggi rendicontiamo le fatture delle spese del fisioterapista, logopedista e dello specialista per il lavoro cognitivo direttamente al Comune. E sono veramente tanti soldi che quasi nessuna famiglia potrebbe permettersi.
A Carugate esiste un registro per il testamento biologico?
No anche se dalle nostre parti ci sono pressioni in tal senso. Alcuni ragazzi invece vengono da fuori per conoscere Max e in questi anni siamo venuti a conoscenza di casi simili al nostro in cui le famiglie vengono aiutate ad assistere i propri malati. Conosco quindi altri casi di risvegli.
A Pesaro esiste un’associazione “Gli Amici di Andrea” che chiede da anni una struttura di lungodegenza ma pare proprio che nessuno li ascolti. Che consiglio può dare loro?
Di non mollare mai e di continuare a lottare perché devono chiedere al Comune di Pesaro il rispetto dei loro diritti. Non stanno chiedendo la luna. Fossi in loro scriverei anche al Papa.
Max non hai mai pensato di morire?
“No – dice – nemmeno quando ero in ospedale perché la vita è bellissima. Spero che anche chi non ha avuto la mia esperienza di coma possa essere contento come lo sono io”.
A cura di Roberto Mazzoli