In maschera da terroristi Isis non solo a Pesaro
“L’altra faccia del carnevale”. Così titolavamo la prima pagina della scorsa settimana domandando ai lettori dove sta l’ironia dei bambini pesaresi che qualche giorno fa hanno “scelto” di travestirsi da terrorista dell’Isis. E la notizia è diventa inaspettatamente virale.
Il telefono della redazione si è subito fatto bollente e i vari profili multimediali si sono riempiti di commenti ad un ritmo esponenziale. La notizia è poi stata ripresa dalla rete e da alcuni quotidiani. Tra questi “Il Messaggero” che ha riportato un’interessante sondaggio tra i negozianti pesaresi che, pur non avendo venduto il costume da terrorista, hanno affermato di avere un campionario di maschere assurde: da Bin Laden alle “barbe dei terroristi” (Sic!).
«Ma siete sicuri – ci scrive un lettore – di non aver confuso un guerriero ninja per un tagliagole Isis». Nessun dubbio! A differenza di altri giornali, prima di pubblicare, essendo il nostro un settimanale, ci possiamo permettere il lusso di “sprecare” più tempo per verificare con grande accuratezza le fonti da cui attingiamo. Non stiamo quindi parlando di supposizioni o impressioni ma di conferme dirette che, puntualmente, a pubblicazione avvenuta, ci sono state ulteriormente avallate da altri lettori tra cui anche giovani studenti. Il nostro editoriale non ha fatto altro che scoperchiare la classica pentola già sul fuoco. E mentre in rete la notizia si è innescata dopo il nostro servizio, abbiamo in seguito ricevuto segnalazioni di “avvistamenti” un po’ da tutt’Italia.
La stessa trasmissione di Raitre “Agorà” ha segnalato lunedì 23 febbraio che al carnevale di Viareggio si sono visti bambini travestiti “boia Jihadista”. «Anche a Belluno– scrive un collega – in una scuola elementare un bambino si è presentato alla festina di carnevale della scuola, regolarmente accompagnato dalla nonna, vestito da terrorista “alla francese”, tutto di nero, con mitra in mano e smitragliando allegramente i suoi compagni al grido di “Kulibalì, Kulibalì». Altri ci informano che pochi mesi fa, per Halloween, la maschera del tagliagole Isis ha furoreggiato tanto che su Internet si trovano ancora foto di bambini kamikaze con finte cinture di esplosivo legate addosso. Lella Mazzoli, direttrice del dipartimento di Scienze della Comunicazione a Urbino, analizza per il Messaggero di Pesaro, la questione da un punto di vista sociologico. «I bambini – dice – non sanno bene cosa sia l’Isis, non riconoscono la funzione sociale del loro travestimento. Oggi il carnevale è trasgressione e diventa il fatto di cronaca e l’attualità presentata dai media».
E sulla questione di Pesaro si esprime anche il quotidiano Avvenire con l’editoriale dello scrittore Umberto Folena del 22 febbraio scorso. «Tutto, nel caotico calderone del web e degli infiniti canali della tv digitale, si riduce a spettacolo. Tutto è show. E andrebbe fermato e disinnescato, ricorrendo all’unica ‘arma’ valida: l’educazione». Già, l’educazione! E dire che tra le agenzie educative, oltre alla famiglia e alla scuola, gli esperti includono guardacaso, anche i media che spesso invece hanno interesse a spettacolarizzare qualsiasi realtà, anche la più atroce.
Roberto Mazzoli