URBINO – Giovedì scorso 19 giugno, nella chiesa di San Francesco di Paola, sede della Compagnia del Corpus Domini, in occasione della festa liturgica, suor Maria Gloria Riva, Superiora della Comunità Monastica di Pietrarubbia dedita all’Adorazione Eucaristica, ha tenuto una lezione sulle opere d’arte a tema eucaristico, tra cui alcune commissionate dalla stessa Compagnia nei secoli. La riflessione ha preso avvio dalla Comunione degli Apostoli di Giusto di Gand che costituiva la pala dell’altar maggiore della chiesa della Confraternita del Corpus Domini ed era completata dalla predella raffigurante il mistero dell’ostia profanata dipinta da Paolo Uccello.
La scelta di un artista straniero per un incarico così prestigioso fu influenzata dalle preferenze di Federico da Montefeltro in materia d’arte e dal fatto che era personalmente legato alla Compagnia. La relatrice si è soffermata a descrivere analiticamente il contenuto dell’opera,con precisi riferimenti storici. Ha in particolare ravvisato nel personaggio con copricapo orientale cui si rivolge Federico il cardinale Giovanni Bessarione, noto per aver partecipato al Concilio di Ferrara e per essere uno dei pochi umanisti italiani, nel ‘400 a conoscere perfettamente lingua e cultura greca. La presenza di tale personaggio, come il rilievo dato all’apostolo Andrea, in primo piano, sono indici di apertura nei confronti della chiesa orientale.
Il cuore della lezione tuttavia è stata la lettura degli oggetti presenti sulla mensa, di evidente valore simbolico. Tra questi il calice, simbolo dell’Eucarestia, la candela, del Battesimo, le sette colonne dello sfondo, chiaro riferimento ai sette Sacramenti, il catino con la brocca, con allusione alla lavanda dei piedi, segno del perdono, quindi del sacramento della Confessione. L’ampolla trasparente dello sfondo con accanto un pomo rinvia, a sua volta, alla verginità di Maria. La relatrice ha particolarmente sottolineato la simbologia dei sacramenti, lo stretto legame con la personalità del duca di Urbino e il coinvolgimento dell’intera città con il soggetto del quadro.
Di grande attualità anche la lettura dell’Ultima Cena di Federico Barocci in cui la povertà della mensa allude al significato sacrale che succede, appunto, a quello propriamente conviviale. L’ultima delle opere prese in esame è stata quella del Miracolo dell’ostia profanata, eseguita da Paolo Uccello per la Compagnia del Corpus Domini. Il soggetto della storia, tratto dalla narrazione di un miracolo avvenuto a Parigi nel 1290, era ben conosciuto in Italia e a Firenze. Il significato antiebraico è stato messo in relazione all’istituzione a Urbino del Monte di Pietà – in contrapposizione al prestito usuraio praticato dagli Ebrei – cui contribuì in maniera determinante la duchessa Battista protettrice, insieme al marito, della Confraternita.
Le parole appassionate di suor Maria Gloria hanno ben evidenziato come nell’offerta di Cristo «il Mistero coincide con il segno», come afferma don Giussani che ancora osserva: «L’Eucarestia implica il trionfo della verità nell’uomo, perché riconosce come espressione del divino l’istante apparentemente effimero».
Maria Laura Fraternali