URBINO – Giovedì I maggio, bocciodromo, ore 8: un drappello di cresimandi delle parrocchie dell’Unità Pastorale di Urbino – più di 60 – pronti e attrezzati per vivere un giorno a Loreto, “alla scuola di Maria”, con i loro don ed i catechisti. Perché proprio Loreto? Perché lì c’è un ricordo vivo – le stesse pietre della Santa Casa – di come Maria dicendo di sì all’arcangelo Gabriele ha dimostrato di sapersi fidare di Dio e delle sue promesse: «Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola», sono le sue parole, riportate dall’evangelista Luca…
La voglia di stare assieme c’è, i pullman stanno compiendo le ultime manovre di parcheggio ed il cielo – purtroppo! – si sta addensando di cupe nubi. Ma ecco l’ingrediente a sorpresa: la fiducia sconfinata nella mamma di Gesù, che anche questa volta non ha permesso che la gioia venisse meno, proprio come quella volta, a Cana di Galilea.
Infatti, nonostante durante il viaggio, man mano che ci avvicinavamo alla Santa Casa, sembrava piovere sempre più a dirotto, quando poco prima delle 10 siamo scesi dagli autobus, ecco la pioggia diminuire, alzarsi il vento che nel giro di qualche ora ha spazzato via le nubi avvolgendo la basilica, la piazza e tutta Loreto di un cielo terso e luminosissimo. Ma nel frattempo noi abbiamo continuato le nostre attività: la testimonianza vocazionale di fra’ Samuele, il pranzo, un bel gioco assieme – con relativa vivacizzazione della piazza – e la visita guidata alla basilica.
Il tutto, poi, ha avuto il suo momento culminante nella santa messa, alle 17, presieduta da mons. Giovanni Tani, che anche questa volta non si è lasciato sfuggire l’opportunità di stare con i suoi collaboratori (noi sacerdoti), ma soprattutto con i suoi ragazzi! L’Arcivescovo, nell’omelia in una basilica gremita di fedeli, si è rivolto ai nostri cresimandi, cui erano state riservate le prime file di sedie, sottolineando l’importanza del sacramento che si stanno preparando a ricevere: il dono dello Spirito Santo che accoglieranno il prossimo 15 giugno li dovrà portare al gioioso coraggio di non vergognarsi di Gesù, proprio come san Pietro che nella prima lettura abbiamo ascoltato aver avuto la schiettezza di dire a chi voleva vietargli di parlare del Signore Risorto: «Dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini». E questo non vale solo per i nostri cresimandi, ma anche per noi genitori ed educatori adulti nella fede cui i ragazzi – lo vogliamo o meno – guardano come a modelli. Maria, donna del “sì”, rendici esemplari verso i giovani, rendici pronti e generosi nella testimonianza del nostro battesimo, per poter dire con gioia e responsabilità, come un tempo gli apostoli a Gerusalemme: «E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo».
Stanchi ma contenti, dopo la messa, l’immancabile visita in Santa Casa e gli ultimi acquisti siamo ripartiti alla volta della nostra amata città ducale.
Don Andreas Fassa