URBINO – L’équipe di Pastorale Giovanile della nostra Arcidiocesi ha organizzato un momento di condivisione per gli adolescenti che operano all’interno dei nostri oratori con il ritiro tenutosi lo scorso weekend, 11 e 12 gennaio, a Castelcavallino, cui hanno aderito 20 ragazzi provenienti da Urbino, Urbania e Borgo Massano. Il tema scelto per queste due giornate è stato “ Educati e…”, con l’intento di scoprire e, soprattutto, diventare più consapevoli dei nostri talenti, talenti che questi ragazzi con il servizio nella propria realtà oratoriale mettono a disposizione dei più piccoli. Abbiamo lavorato appunto sulla consapevolizzazione delle capacità che il Signore ha affidato ad ognuno di noi aiutati dalla visione del cortometraggio “Il circo della farfalla” e la lettura della Parabola dei talenti; divisi in piccoli gruppi abbiamo condiviso i nostri pensieri e le nostre opinioni, frutto delle diverse esperienze di ciascuno; non sono mancati pensieri divergenti e sane discussioni, nate comunque da una seria e profonda riflessione su noi stessi e quello che siamo. Quello che siamo non quello che vogliamo apparire: è questo forse il problema che oggi tocca maggiormente i nostri adolescenti, con la paura di essere giudicati, di difendere le proprie idee perché si ha paura di rimanere soli.
L’adolescenza è il periodo nel quale siamo chiamati a fare delle scelte importanti per la formazione della nostra persona. Non lasciamo che i nostri ragazzi scelgano per paura o per seguire gli altri, ma facciamo in modo che siano liberi di prendere le decisioni da sé, che mettano la “firma” ai loro pensieri, alle loro azioni con il compito di stragli accanto e di suggerirgli solo quale potrebbe essere la strada più giusta secondo noi e ricordandogli sempre che dalle decisioni nascono le conseguenze. “Abbiamo un alleato speciale” che ci aiuta nel nostro cammino, un “Padrone”, come i servi della Parabola dei talenti, che si fida di noi e ci affida un mondo da costruire e trasformare e davanti a tutto ciò non possiamo rimanere indifferenti e restare con le mani in mano.
La riflessione sulla fede è stata il fulcro della giornata di domenica. Abbiamo iniziato l’attività con la visione del filmato che raccontava la storia di Chiara Luce Badano, una ragazzina vivace, piena di interessi e attiva nella sua comunità la quale aveva un rapporto molto forte con Gesù: “Chiaretta” a 17 anni scopre di avere un tumore che la costringerà a rimanere letto e, dopo due anni, alla morte. “Gesù se tu lo vuoi anche io lo voglio”: ecco la forza di Chiara Luce; lei non ha visto nella malattia una punizione ma un dono che il Signore le ha mandato e che lei non ha voluto farsi sfuggire. Il dono dell’amore, amare tutti, amare per primi facendo il primo passo, amare come se stessi, amare anche il nemico, donarsi agli altri per quel poco che abbiamo, dando noi stessi doniamo veramente quando doniamo le nostre ricchezze diamo ben poco. I ragazzi hanno riconosciuto in Chiara Luce una figura speciale capace di donarsi totalmente a Dio e agli altri, domande e dubbi sono emersi dalla seguente condivisione, i quali solo continuando il loro percorso di formazione personale e spirituale avranno una risoluzione.
Noi educatori con i sacerdoti presenti (don Andreas, don Nino e don Diego) siamo rimasti molto contenti e soddisfatti della risposta dei ragazzi. Altre due giornate diocesane tutte per gli adolescenti verranno riproposte il 29 e il 30 marzo con questi ragazzi e con quanti altri – tanti, speriamo – decideranno di unirsi nell’esperienza. Con la speranza di poter continuare il percorso insieme il cammino iniziato.
Ludovica Longhi