Nel territorio della nostra provincia è presente una realtà multietnica di fede islamica: la conosciamo? Così anche nella nostra regione questa realtà si esprime a livello pubblico, anche sul piano associativo (di diversa denominazione). Ci piacerebbe, a noi occidentali/marchigiani, che questa realtà umana multiforme potesse emergere nel dibattito pubblico dicendo qualche cosa sulle vicende delle recenti primavere arabe dagli esiti molto incerti per non dire palesi. Forse è stato fatto e non se siamo a conoscenza: fatevi sentire fratelli musulmani, fate udire la vostra voce contro la violenza da qualsiasi regime e fanatismo venga, tanto più se ispirati a modelli islamizzanti di tipo teocratico.
Anzi, dirò di più (un mio parere personale), a quando qualche pubblica iniziativa di preghiera per i tanti morti – per lo più cristiani di varia confessione – delle recenti turbolenze (sic!) nel Medio Oriente, nel Magreb, nella Nigeria, nell’Etiopia e nel Kenia, nell’Egitto … e così via. Non vi sembra, cari fratelli e sorelle musulmani dal sentimento moderato (e non fondamentalista) che tutto questo vada in una sola direzione: costringere i cristiani ad abbandonare la loro patria oppure morire, se non fisicamente, almeno socialmente?
Mi piacerebbe partecipare con altri a qualche pubblico momento di preghiera organizzato da voi fratelli musulmani per queste vittime, cristiane e non, sicuro che di fronte all’orrore di tanto male siate in grado di dire con franchezza: preghiamo per la conversione di questi fratelli e sorelle con tanto odio nel cuore, preghiamo per questi fratelli e sorelle cristiani sepolti sotto tanta violenza che scontano come capri espiatori qualcosa che è più grande di loro (cosa? Interessi economici, politici, proselitismo fondamentalista, …).
Proclamate un digiuno per tanta violenza, indite una preghiera pubblica: svegliate tante coscienze addormentate. Sarò, saremo, con voi che già pregate ogni giorno, che fate digiuno secondo i canoni della vostra grande fede. Ma è necessario qualcosa di forte, di pubblico che dica a noi, figli dell’Occidente, che quella violenza è morte per tutti. Imploriamo insieme il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe che illumini e desti la coscienza dei responsabili di tanti crimini affinché si convertano e possa essere consentito anche ai cristiani di poter continuare ad esistere dove vivono da generazioni. Viva la libertà religiosa sia qui da noi come altrove: speriamo anche nei paesi dove l’Islam è la maggioranza.
Don Mario Florio