URBINO – Si è conclusa la “Missione diocesana” che ha visto missionari, sacerdoti, seminaristi, religiosi, religiose, giovani, famiglie, portare un messaggio di salvezza nei diversi incontri e centri di ascolto, disseminati in tutto il territorio. Ovunque ci è stato ripetuto: «Non lasciatevi rubare la speranza». La speranza è Dio che ci dona se stesso. Chi ha fede nel Signore, può compiere cose grandi. «Non è stata forse questa», ha detto l’Arcivescovo, «l’esperienza di molti in questa missione? “Signore aumenta la nostra fede”, questo gli abbiamo chiesto prima di iniziare. La fede non è una questione di quantità, ma di qualità». È vero, prosegue Mons. Giovanni Tani, «abbiamo tanti problemi: personali, familiari, economici e sociali che ci stanno mettendo a dura prova. Ma Signore, fa’ che non ci venga a mancare anche la fede, perché è l’unica vera luce per il nostro cammino, l’unico vero punto solido». L’Arcivescovo ha quindi invitato tutti a non fermarsi, a non considerare questa missione come un fatto a se stante e compiuto, bensì a continuare ad arare e pascolare come suggerito dalla pagina evangelica. Intanto, continueranno le iniziative a favore della comunità per tenere accesa una “luce” sulla fede. Con questa celebrazione è iniziato anche l’anno pastorale: al termine della messa, l’Arcivescovo ha affidato a tutti i catechisti della diocesi il mandato di trasmettere la fede ai più piccoli, ai ragazzi, ai giovani. Non ci poteva essere evento più significativo, al termine di questa missione diocesana, al termine di questo specifico servizio ai fratelli, che l’ordinazione diaconale di Andrea Righi. Essere ordinato diacono significa essere consacrato come collaboratore del Vescovo al servizio della Chiesa. Tanti sacerdoti, diaconi, seminaristi e molti fedeli, oltre alla famiglia, compresi i nonni, hanno fatto da cornice a questa solenne e coinvolgente celebrazione. Con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria (cioè l’invocazione dello Spirito Santo) da parte dell’Arcivescovo sul capo di Andrea, la vestizione e la consegna del libro dei Vangeli, il candidato al diaconato è diventano don Andrea, entrando a pieno titolo nel servizio di ministro di Cristo. «Da oggi in poi, tu don Andrea», ha continuato Mons. Tani, «appartieni al Signore Gesù, e per Lui vivrai e ti darai da fare, senza aspettarti ricompense o gratificazioni, se non quello di essere e sentirsi suo. È lo Spirito Santo che ti rende servo a immagine di Cristo. Cristo ha amato sino alla fine: è questo l’amore che devi coltivare ogni giorno con tanta preghiera, con tanta Parola di Dio e con tanta carità». Il numeroso e qualificato coro diocesano e un’orchestra di fiati hanno reso ancor più solenne il rito eucaristico, diretti con sapienza e professionalità dal maestro don Daniele Brivio, con all’organo il maestro Alessandro Veneri. Al termine il neo diacono, visibilmente commosso, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a suscitare, a radicare ed a seguire la sua vocazione. È seguita un’agape fraterna a S. Domenico.
Giuseppe Magnanelli