URBINO – Domenica 12 maggio 2013 è stata ricollocata nella piccola chiesa di Santa Maria delle Selve di Urbino località Cesane l’opera della Beata Vergine del XVII secolo. Il quadro rubato nel 1997 è stato ritrovato dai carabinieri del nucleo Unità Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, guidati dal Capitano Strocchia Salvatore e dal Maresciallo Alberto Monfardino. Il ritrovamento dell’opera in seguito a un’ indagine attenta e capillare sul territorio nazionale ha dato dei frutti positivi non solo in questo caso ma in tante occasioni in cui l’Arma dei carabinieri ha accompagnato l’opera di tutela e di salvaguardia delle opere d’arte. Lo Stato e l’ ufficio Arte Sacra e Beni Culturali diocesani collaborano continuamente per la tutela dell’immenso patrimonio che la nostra Arcidiocesi di Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado possiede. La responsabile del catalogo Dott.ssa Braconi Manuela collaborando con i carabinieri ha curato particolarmente l’identificazione e il dissequestro dell’opera e la riconsegna alla comunità. Chiese di campagna molto frequentate nei secoli passati grazie allo spopolamento di queste sono ormai incustodite, e facile preda dei malintenzionati che causano danni e perpetrano furti ai danni delle opere d’arte in esse conservate. Spesso questi manufatti rappresentativi dell’identità locale costituiscono quella realtà dell’arte minore che descrive efficacemente gli influssi della creatività espressa dei grandi artisti e offre declinazioni estetiche non prive di interesse e di valori. Accanto al significato artistico non meno importante appare il valore devozionale e affettivo che queste opere hanno costituito lungo i secoli per la comunità credente che le ha custodite gelosamente nelle loro chiese. Così l’aspetto della tutela e della salvaguardia dell’opera d’arte accompagna il valore devozionale che amplifica l’importanza dell’oggetto d’arte a prescindere della sua bellezza e della sua valenza estetica. Il rientro in parrocchia dell’opera della Beata Vergine delle Selve del XVII secolo costituisce una festa per la piccola comunità di Torre San Tommaso che può tornare ad ammirare e pregare la Madre del Signore confidando nella sua protezione. Questa piccola immagine della Madonna che tiene in braccio Gesù descrive la sua funzione di Madre e di Regina dell’umanità tutta intera ed aiuta profondamente i fedeli a comprendere questa verità della Fede. Questo episodio felice e fortunoso che ha portato il ritrovamento dell’opera dal furto ci esorta a denunciare negligenze e facilonerie di cui sono responsabili le comunità che spesso sotto la scusante del devozionismo o del “campanile” non tutelano sufficientemente questo deposito teologico delle nostre tradizioni testimoniate dalle opere d’arte. Alcuni furti che si registrano frequentemente nel territorio Arcidiocesano, spesso vengono occultati e non denunciati, riemergendo a distanza di decenni, poiché non è maturata la coscienza che tutte le opere d’arte sono un patrimonio universale e non sono solo legate alla storia di una chiesa o di una comunità. Questo non toglie nulla all’amore vero verso il territorio, i monumenti e le chiese espresso anche nell’affetto delle piccole comunità. Abbiamo tutti, a prescindere dal ruolo comunitario e diocesano la responsabilità di ciascuno, di tutelare e proteggere tutti quegli oggetti e opere che raccontano cultura e fede e che devono essere tramandati alle nuovi generazioni, affinché abbiano coscienza delle loro radici culturali.
Mons. Davide Tonti – Vicario Episcopale per l’Arte e la Cultura