Lo tsunami di Beppe Grillo dalle nostre parti si è abbattuto – se possibile – in maniera ancor più evidente che altrove. A Pesaro dopo 70 anni di voto unico a maggioranza monocolore (Pci…Ds…Pd), i pesaresi hanno preferito il Movemento 5 Stelle di Beppe Grillo. Oltre 20mila i voti alla Camera contro i 18mila ottenuti dal Pd. Al Senato invece (vedi tabelle a fondo pagina), il Pd ha prevalso, anche se di pochissimi voti. Stessa musica a Fano, comune però già da tempo apertosi all’alternanza di voto.
Con oltre il 40% dei consensi, Urbino si conferma invece roccaforte rossa anche se una persona su quattro ha scelto comunque di seguire le idee del comico genovese. In complessivo la provincia di Pesaro e Urbino ha visto prevalere Grillo. Idem per la Regione Marche dove il M5S vince con il 32,13% dei consensi conto lo striminzito 27,69% del Pd, anche se il premio di maggioranza del “porecllum” regala ai democrat con ben 9 seggi alla Camera contro i soli 3 dei “grillini”, mentre per il Senato il rapporto è di 5 a 1.
IL SILENZIO DEL PD
Nei giorni immediatamente seguenti il voto tacciono i profili social dei vari protagonisti pesaresi. Qualche timido post arriva dal Pd della provincia e da quello del segretario regionale, Palmiro Ucchielli. E proprio quest’ultimo rimedia però commenti davvero poco teneri che qui non possiamo riportare ma che possono essere sintetizzati nell’invito alle dimissioni. Reazioni dure anche al laconico messaggio sul profilo del presidente della provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci. L’unico a parlare ufficialmente è stato Daniele Vimini, segretario comunale dei democratici di Pesaro che si è concesso a varie interviste, additando la responsabilità della debacle alla dirigenza romana, cercando così di smarcare i vertici pesaresi che pure alle primarie si erano espressi con pieno sostegno a Bersani. «La verità – dice Vimini – è che siamo noi delle periferie a tenere a galla la barca di un partito nazionale che ha sbagliato la campagna elettorale. Messaggi deboli che non hanno funzionato, lanciati da chi ha scelto di giocare restando dietro le quinte. E poi la reticenza sull’intercettare i voti del centrodestra: vale per le elezioni amministrative e pensare che sia possibile anche per le Politiche non mi sembra un’eresia».
Tornano a farsi sentire i renziani con Vittoriano Solazzi, presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche che propone Matteo Renzi premier di un governo politico programmatico con una decina di punti: modifica della legge elettorale, riduzione dei parlamentari, taglio della spesa pubblica, riforma degli enti locali e ‘un piano Marshall’ per sviluppo e lavoro. Ma il Sindaco di Firenze ha fatto subito sapere di non essere affatto interessato ad accettare una simile ipotesi.
S. VENERANDA E L’OSPEDALE UNICO
Ma tornando agli scenari locali va registrata la soddisfazione dei Movimento 5 Stelle e in particolare del consigliere comunale di Pesaro Mirko Ballerini che, spinto da supporters sulla rete ipotizza (tra le righe) di provare a chiedere le dimissioni anticipate del Sindaco Ceriscioli perché – dice una elettrice M5S «non più legittimato dai pesaresi». Riprendono vigore anche i “No Tav” di Santa Veneranda e dell’ospedale unico a Fosso Sejore che ora sperano di avere un interlocutore e un megafono alla propria voce rimasta ad oggi inascoltata.
Infine per completare il quadro locale, va doverosamente segnalato che non si registrano commenti né dai partiti del centro-destra, né dei montiani.
R.M.