
L’associazione “Emma Corvo” e l’associazione “Speciale Donna” vogliono ricordare questa nostra artista recentemente scomparsa con un “omaggio” tributatole dallo storico “Gruppo7” di cui è stata una delle ispiratrici.
Mostra antologica del “Gruppo 7” dal 1965 ad oggi. Aperitivo inaugurale martedì 3 luglio alle ore 18.30 presso la chiesa della Maddalena (piazzale del Monte). Dal 3 al 15 luglio 2012 orario 17-19.30
“Emma Corvo era nata a Popoli (PE) nel 1914, ma è sempre vissuta a Pesaro in un gineceo familiare intessuto di sentimenti forti, dolcissimi ed esclusivi, sotto l’impero di una mamma sarda, la “regina Diomira” vissuta oltre i cent’anni.
Emma, titolare della cattedra di disegno all’Istituto per Geometri, sublima questa sua professionale occupazione tecnica, nella passione figurativa-simbolica dei suoi dipinti, per dar vita ad una lunga serie di opere fra il surreale e il narrativo che connota in maniera originale la sua carriera di pittrice. Al suo genere mitico-trasognato rimane però il metodo rigoroso d’impostazione della figura nello spazio e dello spazio stesso, quel metodo-legge sempre legato alla prospettiva, all’osservazione dei particolari, alla verosimiglianza e all’attitudine al vero.
Emma Corvo affronta ad ampio raggio la vita e le storie delle “figlie di Eva” che non sono solo la metà del cielo, ma “passione di energia vitale creatrice che si perpetua”.
Tutto l’artistico e fantasioso gineceo storico-mitico-biblico di Emma vive in un contesto di grande chiarore, dove la luce non produce ombre ma è graduata da concentrici riflessi in prospettive appena cangianti, facilitando così il rilievo delle strutture dei corpi in uno spazio regolato dalla mente ma teso a comunicare le emozioni.
Pittura imbevuta di luce
Quella di Emma Covo è pittura imbevuta di luce, che è anche chiarezza di pensiero: perché Emma di ogni donna, di ogni storia, di ogni ambiente vuole sapere tutto e da quella colta complessità, scegliere quei dati che, a parer suo, connotano il personaggio in ogni sua dimensione e storica e sentimentale, senza pur cedere mai al realismo.
Le fiabe, le grandi e solenni fiabe di Emma sono nutrite di lunghi silenzi, di raffinati monocromi e di un’elegante gestualità senza tempo che non si sottrae mai al vero: un cesto di frutta, un gattino, la dettagliata e gloriosa coda di un pavone, un vasetto con un geranio sono la testimonianza di una insistita attenzione alla quotidianità e anche perché no, alla veniale civetteria per la sua capacità disegnativa.
Anche negli umani rapporti Emma era così; scivolava discreta e per niente invasiva nella attenzione degli altri per imporsi poi con un sorriso, un gesto piccolo, una sola parola dando vita ad un rapporto di confidenza sincera, ad un’amicizia speciale e duratura.
Fu fondatrice, insieme a Cecé Ferri e Paola Ranocchi, del glorioso “Gruppo 7” e per tutta la vita rimase fedele componente di questo cenacolo dove amicizia, considerazione e gentilezza reciproca segnarono in maniera indelebile le loro Biennali per moltissimi anni. Diversi ma mai in contrasto, i “7” furono un gruppo di pittori che non proposero solo un tipo di artistica creatività organizzativa ed esibitoria, ma civilissima e fidata qualità dello stare insieme, riconoscendosi pregi e difetti in affettuosa complicità.
Il valore della territorialità
Il “Gruppo 7” nasce nel 1965 con il patrocinio dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Pesaro, dopo lo scioglimento di un’altra associazione d’artisti detta “Il Camaleonte”.
Emma Corvo, Cecilia Picciola Ferri e Paola Ranocchi sono le tre pittrici pesaresi fondatrici storiche del gruppo, nato con scadenza biennale che recuperava a spazio pubblico dedicato a mostre d’arte, la centralissima Sala Laurana mal usata nel dopoguerra.
Oltre i sette artisti fissi componenti il primo gruppo – che nel corso degli anni sono però mutati e sostituiti da altri per ragioni interne e private – ad ogni biennale veniva proposto un artista “ospite”, sul quale si concentravano attenzioni e promozioni.
Questo gruppo è stato la dimostrazione di quanto “la provincia” possa essere culla e lievito per personalità di spicco ma anche per tutti quegli artisti che invece di gettarsi nell’agone delle mostre e delle gallerie internazionali, preferiscono coltivare le loro private passioni artistiche, in umiltà e silenzio.
Erano, gli anni ’60, ancora i tempi in cui la territorialità era un valore e non un limite, l’appartenenza geografica e culturale un blasone e non una colpa; rileggendo oggi i nomi di tutti i pittori sfilati alle Biennali dei 7, siamo colti da sincera ammirazione e capiamo che il loro “passaggio” non è stata una moda, ma l’armonioso canto di chi amava l’arte e la praticava con dedizione assoluta, sincera e spesso disinteressata.
Ivana Baldassarri
2 commenti
Ho un quadro di EMMA CORVO: una finestra che si affaccia su una collina marchigiana. E sulla finestra un vaso con un fiore rosso. Stupendo. Ho conosciuto Emma perosnalmente, Diomira e le sue figlie erano amiche della mia nonna Maria, di mia mamma Gabriella e di mia zia Giuliana. Carlo Bellagamba, figlio di Giuliana, farmacista a Fano, possiede sicuramente la più bella collezione di quadri di Emma Corvo. Mewriterebbe di essere esposta.
NM
Ho un quadro di Emma regalatomi da mia madre più di 20 anni fa…
Tutti lo vogliono, ma non so stimarlo.