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      Home » Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione
      Pesaro

      Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione

      admin-6535Di admin-6535Nessun commento3 minuti di lettura
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      PRIMO INCONTRO INDETTO DAL PONTIFICIO CONSIGLIO

      Sono le parole di Sua Santità
      Benedetto XVI, al primo incontro
      indetto dal Pontificio
      Consiglio per la promozione della
      nuova evangelizzazione, svoltosi a
      Roma lo scorso 15/16 ottobre.
      L’uomo contemporaneo è spesso
      disorientato e non riesce a dare risposta
      ai tanti interrogativi sul senso
      della propria vita. “L’uomo non
      può eludere queste domande che
      toccano il significato di sé e della
      realtà, non può vivere in ima sola
      dimensione!” dice il Pontefice. Rivolgendosi
      ai nuovi evangelizzatori,
      il Papa fa riferimento al versetto
      dell’evangelista Luca: “la parola di
      Dio cresceva e si diffondeva” (At
      6,7; 12,24). Ciò avviene oggi come
      allora attraverso la trasmissione fedele,
      la celebrazione dei sacramenti,
      la testimonianza. La parola di Dio si
      moltiplica e si estende perché è Dio
      che agisce, umile e potente.
      Il seme della parola cade, anche
      oggi, nel terreno buono e dà frutto.
      Il nuovo evangelizzatore fa parte
      di questo terreno. La trasmissione
      fedele della parola richiede intimità
      con il Signore nella preghiera ed
      invocazione allo Spirito Santo per
      avere luce e sostegno lungo la Via
      che conduce alla Meta. Su questa
      Via non si cammina mai soli ma in
      compagnia, in comunione e fraternità
      per rendere gli altri partecipi
      dell’esperienza di Cristo e della sua
      Chiesa. “Il mondo di oggi ha bisogno
      di persone che parlino a Dio
      per poter parlare di Dio, bisogna
      ricordare che Gesù non ha redento
      il mondo con belle parole o mezzi
      vistosi ma con la Sua sofferenza e la
      Sua morte”, dice il Papa.
      Essere evangelizzatore, figura di
      aiuto alla Chiesa nella sua missione,
      non è un privilegio ma un impegno
      che proviene dalla fede. Vi chiedo
      “di lasciarvi plasmare dalla grazia di
      Dio e di corrispondere docilmente
      all’azione dello spirito del Risorto.
      La Vergine Maria con la sua adesione
      al progetto di Dio, sia la vostra
      guida; imparate dalla Madre del
      Signore e Madre nostra ad essere
      umili e al tempo stesso coraggiosi;
      semplici e prudenti, miti e forti,
      non con la forza del mondo ma con
      quella della verità”.
      L’astrofisico Marco Bersanelli inizia
      così la sua relazione su “Scienza e
      Fede: un dialogo fecondo”. Da quella
      luce, rilasciata nel primo momento,
      ci è permesso di ricostruire l’universo
      appena nato. L’uomo coglie
      fin dall’antichità la sproporzione tra
      lui e l’immensità del cosmo. “Che
      cosa è
      l’uomo perché te ne ricordi? …..
      eppure l’hai fatto poco meno degli
      angeli…” (Salmo 8).
      Questo è il paradosso della natura
      umana amplificato dalla scienza
      moderna. Le leggi matematiche, la
      fisica classica, la meccanica quantistica
      gli permettono di cogliere il
      mondo, ai limiti. Ma ciononostante
      ogni scoperta giunge come un regalo,
      che non comprendiamo né che
      abbiamo ottenuto per merito. La
      matematica è una creazione della
      nostra intelligenza, ma c’è un’unica
      intelligenza originaria che ha fornito
      “gli strumenti” per capire. Tutto
      viene da Lui, tutto è stato creato,
      anche le leggi di natura invisibili
      che hanno permesso di raggiungere
      “l’Io”, che ha sede nell’universo. L’io
      di ciascuno è un punto vertiginoso
      in cui l’universo diventa cosciente:
      l’uomo è l’autocoscienza del cosmo.
      Nel lasciare la Basilica di San Pietro,
      dopo aver partecipato alla Messa
      solenne, risuonano ancora dentro
      di noi, Cellule di evangelizzazione,
      le parole del Pontefice: “Come si
      ridà a Cesare la moneta, così si ridà
      a Dio l’anima illuminata e impressa
      dalla luce del suo volto Cristo infatti
      abita nell’uomo interiore” (Ivi,
      Salmo 4,8).
      Giuliana De Marchi

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