Fano
a cura di don Francesco Pierpaoli
Vicario per la Pastorale
Papa Francesco nel discorso rivolto ai partecipanti al convegno dell’associazione dei professori di Storia della Chiesa ricordando il padre gesuita Giacomo Martina, a lungo docente alla Gregoriana, ha detto come egli «fosse solito ricordare ai suoi studenti che la storia è certamente maestra di vita, ma che ha anche ben pochi allievi!».
Può sembrare fuori luogo iniziare con queste parole sul senso della storia il ricordo di mons. Mario Cecchini, il vescovo che mi ha ordinato prete. Penso però che nella nostra vita al di là di ricordi personali che mi auguro siano sempre impregnati di misericordia, tutti dobbiamo riconoscere che ciò che siamo stati ha influenzato situazioni, persone e soprattutto ci ha visti protagonisti, sconosciuti ai più, ma sempre protagonisti e non soltanto passivi e muti spettatori di eventi.
Don Mario mi ha ordinato il 27 settembre 1986, ed era vescovo di una diocesi che ancora, dopo anni di contrapposizioni, era la somma di storie diverse, Cagli e Pergola, Fossombrone, Fano. Dopo tre giorni, il 30 settembre, la diocesi è diventata a tutti gli effetti una sola: non una delle tre che inglobava le altre, ma una sola diocesi, con un solo vescovo. Don Mario è stato così, non per sua volontà, l’ultimo vescovo di diocesi divise e il primo della diocesi unita. Anche lui raccoglieva il retaggio di divisioni ormai diventate assurde (ma non per tutti) insieme al desiderio profondo di comunione che abitava in tanti di noi, preti e laici.
Questo aspetto, insieme al suo stato di salute, che ha fatto i conti con un ictus dal quale ha sempre detto essere stato salvato miracolosamente dalla Vergine Maria, penso abbia segnato nel profondo il suo cammino.
Molti sono i fatti che ricordo di quegli anni: in tutti ho trovato il vescovo Mario capace di sostenere il cambiamento in atto. Per me erano gli anni della nascita della Pastorale Giovanile. Gli anni di Eurhope, a Loreto e degli oltre 5000 polacchi cha hanno invaso la nostra diocesi da Apecchio a Marotta. Gli anni in cui per la prima volta la diocesi partecipava alla GMG, a Parigi. Gli anni in cui abbiamo per la prima volta vissuto un pellegrinaggio in Terra Santa con i giovani della diocesi di Pesaro. Gli anni in cui è stato ricucito il rapporto con i preti fidei donum. Non pensate che sia stato facile: partecipavo alle riunioni dei preti e molti vedevano di cattivo occhio queste aperture, come se fossero senza fondamento e allontanassero dalla parrocchia.
Mi auguro che questo processo di comunione continui. Sono certo che il maestro Mario, vescovo, è stato con i suoi limiti, un allievo obbediente della storia, maestra di vita.